Contro la guerra: #18M sciopero generale!

Il SI Cobas, La Cub e l’USI-Ait hanno indetto per l’intera giornata di Venerdì 18 Marzo uno Sciopero Generale Nazionale, che vedrà i due cortei principali snodarsi tra le vie di Milano e Napoli.


Con questo sciopero ci opponiamo:

 

alle legislazioni degli ultimi decenni e in particolare al Jobs Act che hanno cancellato diritti conquistati con la lotta, liberalizzato i licenziamenti, reso precari tutti i contratti di lavoro esistenti,
agli accordi tra padroni e sindacati venduti che espellono la democrazia e il dissenso dai luoghi di lavoro.

Nello stesso tempo lo sciopero si propone di unificare le lotte, diffuse ma frastagliate, di quei settori che si oppongono alla brutale offensiva del grande capitale e del suo governo e in molti casi riescono a strappare miglioramenti,(vedi accordi della logistica) per generalizzarle agli altri settori e creare un fronte di classe.

All’offensiva interna contro i lavoratori corrisponde un’offensiva esterna degli Stati imperialisti per imporre e spartire il loro dominio sul mondo. Per questo la nostra lotta è tutt’uno con la lotta contro tutte le guerre di oppressione che alimentano il terrorismo e minacciano esperienze rivoluzionarie dal basso (es. a Kobane nel Rojava).

Quindi un forte NO A OGNI INTERVENTO MILITARE ITALIANO, in Libia o altrove!

Chiediamo la cancellazione delle pessime riforme sulla scuola che hanno sottratto risorse a quella pubblica per privilegiare le private e che l’hanno sottomessa agli interessi speculativi delle aziende, regalandovi manodopera gratuita con l’alternanza scuola-lavoro.

Rivendichiamo una sanità gratuita e di qualità, un reddito dignitoso per disoccupati e precari, un aumento delle pensioni e l’uguaglianza per gli immigrati.

Lottiamo contro inquinamento e devastazione ambientale, commessi in funzione degli interessi del capitalismo, per la difesa della salute.

 

Lottiamo per il diritto all’abitare, negato dalle politiche antipopolari dei governi che, per favorire la speculazione edilizia, svendono le case popolari ai privati e criminalizzano gli occupanti in stato di necessità con minacce e sgomberi militarizzati.

Contro questo crescendo di macelleria sociale ai danni dei lavoratori, degli studenti, dei pensionati, dei disoccupati, degli inquilini è necessario unirci e lottare.

L’incaricato

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