23 Marzo 2020 – Comunicato USI/Sanità Milano Ospedali Santi Paolo e Carlo

In questi giorni così particolari, con l’attenzione al massimo e le forze di medici, infermieri, tecnici, personale di supporto e tutto l’apparato amministrativo sono impegnate a gestire il periodo influenzale e l’emergenza Coronavirus, c’è chi come il Direttore Generale dell’ASST Santi Paolo e Carlo, dott. M. Stocco, approfitta del momento per fare fuori i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).

Proprio in questa fase che vede l’intero ospedale trasformarsi in un unico e grande reparto infettivo di pazienti Covid 19, dove il contributo e l’apporto di TUTTI è indispensabile (tutte le attività chirurgiche e visite ambulatoriali sospese, trasferimento della Cardiologia al San Carlo, trasformazione dei tre reparti di Medicina in reparti di pazienti Covid, chiusura di Urologia e apertura di un secondo reparto infettivo e del vecchio DEA in Pronto Soccorso), l’esclusione di chi a pieno titolo si occupa di sicurezza sui luoghi di lavoro suonerebbe, specialmente se attuata in questo momento, come un’inspiegabile provocazione.

Mercoledì 11 marzo la Dirigenza dell’Azienda inviava a tutti i componenti della RSU (che è impossibilitata a riunirsi) e alle OO.SS., un nuovo regolamento aziendale per l’individuazione dei Rappresentanti Lavoratori della Sicurezza,

informando che trascorsi 15 giorni avrebbe proceduto unilateralmente alla riduzione e alla nomina degli stessi.

Così oltre a fare il sindacalista, ora il direttore generale, si cimenta nelle vesti di rappresentante della sicurezza.

Martedì 17 marzo veniva convocato un incontro (poi posticipato a giovedì) tra il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e i Rappresentati dei Lavoratori per la Sicurezza, ma i due RLS dell’USI Sanità non erano in indirizzo nonostante per l’ATS la procedura di nomina seguita dal sindacato corrispondeva correttamente alle norme della legge 81/2008.

Forse non si vuol fare sapere che tutte le segnalazioni fatte da questi RLS, hanno messo a nudo le inadempienze delle passate e dell’attuale Dirigenza in materia di sicurezza e prevenzione dei luoghi di lavoro, dirigenza che in seguito ha dovuto correre ai ripari e di esempi se ne possono elencare: la recente infezione di scabbia della scorsa primavera/estate, o la contaminazione di corsie con i farmaci antitumorali, o le infezioni delle apparecchiature di dialisi e della cucina e andando a ritroso nel tempo, le polmoniti in Pronto Soccorso, la legionella ecc, fino al 2001 con l’esposto alla Procura della Repubblica per la chiusura delle due sezioni per gravide sieropositive e della palazzina AIDS ed infettivi a due piani, che dopo 17 anni vide solo l’apertura di mezzo reparto nel Blocco A dell’ospedale.

Ora la palazzina infettivi di due piani sarebbe tornata utile!

Ma sappiamo che per nessun Governo nell’ultimo decennio la sanità ha mai rappresentato una priorità politica.

 

USI/Sanità Milano

G.Petita

 

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