Chi tocca uno tocca tutti!
Ovvero dopo la, doverosa, denuncia sociale si passa all’azione diretta
Solo una riflessione. Sono notizie che non si vorrebbero mai pubblicare, che non ti fanno dormire la notte e costano tempo, fatica immane e il coinvolgimento di persone per bene messe alla gogna dall’avidità di pochi. Avere le carte, conversazioni, le prove di quanto si scrive non ti rende meno inquieto. Poter documentare le tue denunce ti fa solo dormire sonni tranquilli perché sai, certo che lo sai, che l’animale ferito proverà a colpirti, a farti male. In quel momento sarai solo e dovrai essere disposto a pagare tutte le conseguenze. Devi essere disposto a mettere sotto schiaffo la tua famiglia. Dedico a loro il mio lavoro tutti i giorni. Senza il loro sostegno non avrei la forza e gli strumenti per scavare. La serenità sta nell’aver fatto fino in fondo ciò che dovevi, ciò per cui hai deciso di fare il giornalista e non altro nella vita. E poi la fierezza di lasciare l’eredità più grande a tuo figlio. Non i soldi, ma la schiena dritta per poter affrontare la vita con determinazione. Poi, chi vivrà vedrà. E anche se questo non è un paese in cui ognuno sta dove dovrebbe stare, ci sarà un Tribunale a Berlino. Chiudo con un pensiero a chi sta tentando di farci desistere in ogni modo: non è aria. Si va fino in fondo. (Antonio Loconte giornalista con la schiena dritta)
Non crediamo ci sia molto da aggiungere a questa – chiara e netta – presa di posizione di chi – unitamente a Francesca Mangiatordi e Francesco Papappicco – ha deciso di metterci la faccia (ed il cuore) denunciando il malaffare e le corruttele nella (mala)sanità pugliese. Che ha reagito sottoponendo, entrambi a provvedimenti disciplinari tanto ridicoli quanto inconcludenti nella forma e nella sostanza poiché si sostanziano per quel che sono ovvero il frutto della repressione che viene messa in atto dai padroni quando si sentono minati nei loro affari.
Loconte – dal canto suo – rappresenta la Stampa libera da padroni, non allineata, scevra da preconcetti e autentica rara residuale espressione del miglior giornalismo d’inchiesta, tanto da esser stato, due anni or sono, oggetto di minacce di morte per aver scoperto e denunciato senza remore gli scandali nel 118 pugliese.
Da questa mattina Francesco Papappicco e Francesca Mangiatordi all’ospedale della Murgia ricominciamo la protesta con “catene e sciopero della fame” fin quando non sarà ritirato il provvedimento della Censura a Francesca e gli assurdi procedimenti disciplinari a carico di Francesco. Vogliamo che si faccia piena luce sul complotto ordito contro Francesco, Francesca e Loconte.
L’estrema forma di protesta intrapresa dai due medici del 118 e del pronto soccorso del “Perinei” di Altamura non nuocerà in alcun modo il servizio pubblico dal momento che i 2 sanitari – pur in sciopero della fame – continueranno a prestare la loro attività al servizio della collettività locale.
Ora la questione è posta ed è di pubblico dominio: tocca a noi, ora, agire e sostenere la loro battaglia in modo semplice e concreto senza fughe in avanti né tentennamenti in virtù del principio solidaristico del se toccano uno toccano tutti. L’invito è quello di inviare messaggi, fax, mail, telegrammi di solidarietà agi recapiti sotto indicati inviandone anche – per conoscenza – al Quotidiano Nazionale di Bari (Bari@ilquotidianoitaliano.it) e alla Redazione web dell’USI-AIT (anarres56@tiscali.it) per la pubblicazione on line.
Presto pubblicheremo anche una petizione da sottoscrivere (e far sottoscrivere) e da inviare con modalità da concordare ai recapiti che socializzeremo.
Contro la ragion di “Stato” che assolve corrotti e corruttori (ovvero sé stesso);
CONTRO LE CENSURE, I BAVAGLI, LE PURGHE!!!
Per una sanità senza profitto!
USI-AIT Puglia
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