Sulle foibe, incontro ad Ancona

Ottima riuscita dell’iniziativa del 27 febbraio ad Ancona promossa presso i locali dell’ANPI dall’Archivio Nazionale dell’USI-AIT e dal Circolo Anarchico “Malatesta”.
Per la prima volta ad Ancona si è potuta affrontare in modo documentato e corretto una tematica difficile: “dai campi di concentramento fascisti nella Jugoslavia occupata alla disinformazione sulle foibe”. Relatrice d’eccezione Alessandra Kersevan (coordinatrice di “Resistenza storica”), ricercatrice e una dei maggiori storici su questi temi.
Sapevamo delle possibili difficoltà che avremo potuto incontrare. Conferenze come queste, e la presenza stessa della Kersevan hanno spesso scatenato la contestazione dell’iniziativa da parte dell’estrema destra (l’anno scorso a Fermo ne abbiamo avuto un esempio coi fascistelli in piazza con grida e striscioni). Non ci stupisce, in un clima di revisionismo storico (voluto sia dalle destra che dalla sinistra istituzionale) che getta fango sulla resistenza e rivaluta i criminali fascisti, che sia difficile oggi in Italia portare avanti iniziative come quella che abbiamo fatto ad Ancona.
Abbiamo voluto sottolineare come, in coincidenza con l’istituzione governativa del “giorno del ricordo” (legge 30 marzo 2004, n.92) vi sia la necessità di diffidare della disinformazione di regime e di non nascondere il passato mettendo invece in discussione i tanti tabù imposti dal potere (abbiamo detto “per non trasformare la ferita in cancrena”) per cercare di comprendere, senza condizionamenti di parte, una realtà difficile e complessa che appartiene al nostro passato ma che condiziona il nostro presente e il nostro futuro.
La sala dell’ANPI nel pomeriggio di sabato si è rapidamente riempita e alcune persone sono dovute rimanere in piedi (forse un centinaio i presenti). Una partecipazione veramente notevole (anche in relazione alla coincidenza in città di molte altre importanti iniziative concomitanti) che ha evidenziato il termometro dell’interesse che la nostra propaganda (capillare attacchinaggio di locandine, presenza nei blog, vasto tam tam in città) ha saputo diffondere.
Ha introdotto Mariella (dell’USI di Ancona) impostando l’iniziativa in chiave squisitamente libertaria sottolineando che, privi di dogmi da difendere, abbiamo voluto questa giornata per comprendere e ripristinare una verità lontana dai condizionamenti dello stato e dalle certezze imposte dal potere senza però riaccendere gli animi e contrapporre le due memorie (“foibe” e campi di concentramento fascisti) una contro l’altra. Contemporaneamente, però rivendicando la necessità di ricordare il fascismo per quello che era, non solo nazional popolare ma sopratutto efferato con i suoi lager di cui, con il giorno del ricordo riservato esclusivamente alle foibe, si vuole occultare la memoria. Una memoria che invece deve essere ripristinata a tutto tondo con la verità storica, perché è l’unica che può permetterci di costruire il presente e guardare ad un futuro in cui queste aberrazioni, causate dalla guerra, non si debbano più ripetere.
Alessandra Kersevan ha sviluppato una dettagliata relazione documentando l’evoluzione storica di una terra (Friluli Venezia Gilulia, Dalmazia, Istria, Slovenia e Croazia) dove si sono succeduti cambiamenti politici, sociali e militari che hanno prodotto grandi problematiche e sofferenze per quei popoli. In particolare l’avvento del fascismo in Italia, l’occupazione di terre dalmate e slovene, è stata causa di persecuzioni, di cancellazioni di lingue, culture e identità, di eccidi (tra cui incendi di villaggi e fucilazioni di massa) contro quei popoli che non volevano sottomettersi alle leggi razziali e alla violenza dello squadrismo e dell’esercito italiano.
Profonda è stata l’analisi delle Kersevan della deportazione degli sloveni (e anche di croati) in terribili campi di concentramento fascisti, disseminati nel territorio dove uomini, donne e tanti bambini sono stati costretti a vivere in condizioni inumane e con una spietata repressione, cause queste di innumerevoli morti.
Sulla questione delle foibe Alessandra ha documentato come la realtà sia molto diversa e distante dalla disinformazione imposta (per legge di stato) dal regime. Senza negare alcune violenze ingiustificate e degli aspetti negativi che sicuramente ci sono stati anche in campo partigiano, la relatrice ha ridimensionato, con dati oggettivi, i fatti accaduti prima in Istria nel 1943 e poi a Trieste e Gorizia nel 1945 dimostando come non fu affatto un’eliminazione etnica della componente italiana bensì (nella stragrande maggioranza dei casi) vennero colpiti i fascisti responsabili di soprusi e violenze e i loro collaboratori. Sicuramente si frantumano
le cifre irreali sugli “infoibati” diffuse ad arte dalla propaganda di stato e dalla destra (recentemente con l’avvallo dei revisionisti di sinistra). La stessa foiba simbolo di Basovizza (monumento di stato) risulta, da documentazione non di parte, un luogo dove non ci furono infoibamenti nel 1945.
La Kersevan, alla fine della relazione ha aperto il dibattito dichiarandosi disponibile a rispondere ad ogni domanda. Significativo l’intervento in sala del rappresentante degli esuli del Friuli-Venezia-Giulia. Il signore, dopo aver esordito che era stata programmata una contestazione di esuli (e ovviamente di estremisti di destra) contro l’iniziativa promossa dall’U.S.I. (non ha spiegato però perchè la contestazione, a cui eravamo preparati a rispondere, non è poi stata fatta) ha poi dovuto ammettere come la realtà è diversa dall’immaginario propagandista e come la Kersevan aveva saputo documentare sia la verità della repressione antislovena dei fascisti sia la probabile dimensione della questione delle “foibe”. Si è limitato a criticare quello che, a suo giudizio, non era stato detto e alcuni particolari emersi nella relazione. Di fatto, da parte di uno di quelli che solitamente demonizzano studiosi come la Kersevan appellandoli in modo spregiativo come “negazionisti delle foibe”, è venuta una sorta di riconoscimento pubblico sulla correttezza della documentazione delle tesi di questi studiosi.
Senza dubbio per partecipazione di pubblico, per come è stata da noi organizzato l’evento, per i contenuti emersi e il dibattito sviluppato, è stata una giornata importante per Ancona, per la verità e la memoria storica, per l’antifascismo.
Archivio Nazionale USI-AIT (Unione Sindacale Italiana)

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