Appalti cimiteriali a Senigallia

MISERIA E NOBILTA’ A SENIGALLIA: L’AMARO NATALE DI NICOLA (E LA SUA FAMIGLIA), TRA COOPERATIVE (FINTE) E SINDACO (PURTROPPO) VERO

Storia lunga, triste e bella quella di Nicola. Lunga perché è una vita da raccontare, triste perché oggi è senza lavoro ed una famiglia di 4 persone senza reddito. Bella perché Nicola è un “battagliero” e non ha mai rinunciato alla sua dignità pretendendo i suoi diritti.

Lavorava da molti anni in una cooperativa di Senigallia come operatore cimiteriale. E tutto scorreva abbastanza tranquillo fino a quando, frequentando un corso sulla sicurezza imparò per la prima volta che servono guanti, tute, docce (esiste un rischio biologico e chimico da riesumazione) che un carico manuale non può superare i 25 kg a persona, che sono obbligatorie le scarpe antinfortunistiche, che esiste un contratto di lavoro, che ci sono le indennità (di turno e reperibilità, ecc.). Che ci sono i sindacati ed a questi si rivolge con esito infausto. Le sue parole dopo un po’ rimangono inascoltate e cadono nel vuoto più assoluto. Niente docce, niente reperibilità, niente informazioni sulla vita della cooperativa, niente assemblea dei soci. Niente di niente: è un suddito. Mentre invece è un socio ed un bravo lavoratore. Vuole le cose in regola, e già questo appare rivoluzionario. L’ultima spiaggia, più per caso che per scelta, è l’USI.

Così finalmente una doccia arriva, dopo tanto, ma durerà poco: con il nuovo appalto verrà “rottamata” dalla cooperativa uscente ed il comune di Senigallia non farà mai nulla per ridargliela, pur esistendo una inutilizzata! Anzi il sindaco gli dirà seccato (in presenza nostra). “La doccia? Te la puoi fare a casa. Che bisogno c’è?” “Se la faccia lei a casa – gli risponde Nicola – con i suoi bimbi, dopo aver disseppellito e ridotto una salma sotterrata da vent’anni!”.

Così cambiano gli appalti ed ogni scusa è buona per farlo fuori. Non ci arrivano subito. Riesce a scamparla una volta per un soffio, con ricatti della serie: “Devi stare zitto!”. Zitto di che? Che non ci sono i montasalme previsti dall’appalto e che 3 persone sollevano con le corde una bara da un quintale e mezzo, farla scivolare in una cavità così angusta dove c’è posto per un solo vivente che deve sobbarcarsi tutto il peso della bara col rischio che una corda si sposti, si spezzi o qualcuno di sopra si senta male e gli piombi addosso facendolo secco? Tutti erano e sono al corrente di questa situazione in quanto più volte denunciata, perché il non farlo in caso di incidente, la responsabilità sarebbe ricaduta sui lavoratori ma soprattutto perché non si può rischiare di morire per seppellire un morto!

Così, poiché Nicola zitto non sta, all’appalto successivo un’altra cooperativa (la Dinamica Servizi di Perugia) con la complicità del Sindaco non lo vuole più (assieme ad un altro) nonostante la clausola di salvaguardia che avevamo caldamente perorato, vista la crisi in atto. Problemi economici dice la cooperativa: ci sono soci lavoratori a zero ore che verranno giornalmente da Perugia a Senigallia OGNI GIORNO (344 km A/R!) in sostituzione di Nicola. E meno di un mese dopo assumerà invece due interinali “a chiamata” in qualsiasi ora del giorno e della notte (miracoli del job act!) per la reperibilità 24 ore su 24 per l’accoglimento dei morti su strada o fuori dalle istituzioni ospedaliere! Lo veniamo a sapere per caso. Il silenzio omertoso è roboante. Il Comune si defila e non risponde. Idem la cooperativa. E’ scacco (non ancora matto) per Nicola che non verrà riassunto. L’approdo finale è il tribunale, con i tempi che sappiamo. Ma noi siamo pazienti e determinati.

Intanto Nicola e la sua famiglia (4 in tutto) sopravvivono con 800 euro del sussidio di disoccupazione che presto finirà. Natalo amaro, così come amari i giorni trascorsi in povertà. Ma al Sindaco non gliene importa nulla: non è cittadino suo (vive a Mondolfo): non porta voti…(anche quelli di Perugia, però…) ma i morti si che sono suoi, e la legge dice che vanno seppelliti con cura, (proteggendo anche l’incolumità dei lavoratori che lo fanno) …o non importa molto anche questo perché i morti non votano?

Onore a questo compagno coraggioso che vogliono far passare per matto, così come del resto anche gli altri dell’USI. Ma matti non siamo. Sono loro gli inadempienti. Chiediamo diritti (e doveri a loro) in un mondo che li ha trasformati in privilegi da regalare a chi sta zitto. La vita conta ed anche la salute, così come la dignità: sono beni primari di tutti, nessuno escluso. Noi non siamo spazzatura. Mentre lo sono loro, i nuovi padroni, se rottamano le persone e le trattano come servi senza diritti, neanche quello di parola. E noi con loro – gli sfruttati e vilipesi – stiamo. Non altrove.

 

L’anno scorso augurammo un Buon 25 aprile (la sua “resistenza” contro i poveri) al Sindaco di Senigallia. Ora è il momento del Buon Natale, al “Signor” Sindaco e alla “cooperativa” (per lo stesso identico motivo)!

 

 

Noi per etica e natura non auguriamo male a nessuno. Vorremmo solo che un giorno anche il sindaco, i dirigenti, i politici provassero a sopravvivere con tanto poco, così da vedere dove sta la vera miseria (umana) e la vera nobiltà (d’animo)…


UNIONE SINDACALE ITALIANA

Unione Sindacale Italiana – Federazione provinciale di Ancona

Via Podesti 14/b, 60122 Ancona – e-mail: usi.marche@virgilio.it

Potrebbero interessarti anche...