ANCONA, UNA CITTÀ “PULITA”. DAGLI HOMELESS

Il 29 novembre 2013 parte la prima denuncia pubblica dei numeri dei senza tetto ad Ancona: nel 2012 ce ne sono stati 500, nel 2013, non ancora terminato, ne sono stati accolti 600. ! Uno su 20, però, non troverà né tetto né letto. 800 persone vagano per la città di Ancona, in compagnia dei cartoni negli edifici abbandonati, nei portoni della città vecchia, nei cessi del porto, nei vagoni delle ferrovie che “civilmente” chiudono di notte le sale di attesa. Non ci sono ponti ad Ancona. In primis mancano nella teste dei politici.

http://www.etvmarche.it/video/3512/un-tetto-per-tutti-un-ospite-su-4-e-italiano

Nel 2011 gli sfratti con richiesta di esecuzione sono stati, ad Ancona, 452 di cui 313 per morosità. Nel 2012 nelle Marche sono stati eseguiti 812 sfratti. Uno ogni 512 famiglie, a fronte di una popolazione che conta circa 1.500.000 di abitanti. Complessivamente i provvedimenti di sfratto hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 1.251, mentre il totale delle richieste è stato di 3.357. Nel 2013 i provvedimenti complessivi di sfratto totali nella Regione Marche sono stati 1-200. Purtroppo i dati in tempo reale non vengono mai pubblicati, ed è facilmente intuibile il perché.

http://www.ilmessaggero.it/marche/marche_sfratti_casa_nuove_abitazioni/notizie/377494.shtml

 

13 dicembre 2013 la Sindaca chiude in bellezza l’anno, demolendo il Palazzaccio di Posatora, luogo di ritrovo e rifugio dei senza tetto (i “balordi” che disturbavano vista e orecchie) e brindando a questa operazione in stand-by da trent’anni ma attuata nel momento meno opportuno: forse si poteva riutilizzare per gli homeless. Costo della demolizione: 50.000 Euro c.a.

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E’ l’inizio della diaspora.

Dopo l’occupazione da parte di una sessantina di senza tetto dell’ex asilo di via Ragusa (Casa de’ Nialtri) su cui la Sindaca e l’assessore al “decoro urbano” lanciano l’anatema della strumentalizzazioni, perché il problema ad Ancona “non esiste”.

Non esiste neppure durante gli incontri in cui la Sindaca afferma che i Servizi Sociali daranno risposte individualizzate alle persone, una per una, ma solo a coloro che lo richiederanno e che Casa de’ Nialtri non si sognasse di accogliere altri senza tetto, perché il Comune non potrebbe rispondere ad ulteriori richieste. Le risposte messe in campo sono le solite: 6 mesi per richiedenti asilo o protezione (parecchi già scaduti e non ripetibili), Tenda di Abramo e/o Tetto per tutti che offre 15 notti e poi una interruzione obbligatoria per 2 mesi e ripetibile per non più di tre volte nell’ arco di un anno, anche se ci sono posti liberi! Certo le regole vanno rispettate. Altrimenti ci sarebbe l’anarchia, dicono. Infatti l’anarchia mette al primo posto le persone, non le regole stupide ed insensate che cancellano i bisogni della gente..

Hanno accesso giornaliero al Centro n.20 persone di sesso maschile, italiane, comunitarie ed extracomunitarie con permesso di soggiorno.

Ma il resto dell’anno non è dato sapere che faranno. Inoltre l’accesso è obbligatorio alle 18 e l’uscita alle 6 del mattino. Chi lavora ad orario non compatibile sceglie di pernottare in strada. Chi non lavora, si porta alla stazione o gira per la città: senza soldi, senza acqua, senza possibilità di un bagno: ad Ancona non ci sono fontanelle per bere, né servizi igienici pubblici.

Il cibo viene distribuito dalla “Mensa del Povero” che nel 2012 ha distribuito 22.630 pasti e alla fine del 2013  la tendenza costante delle presenze arriverà a circa 24.000 (dato che riguarda solo la distribuzione di pasti caldi, ossia esclusi i circa 25/30 sacchetti con panini che in media vengono giornalmente distribuiti a chi rimane fuori).

 

La Sindaca promette di allargare gli orari e allungare il tempo di permanenza. Non risulta che sia accaduto. Basta visitare il sito del Comune per vedere che orari e regole sono sempre le stesse.

http://www.comune.ancona.it/ankonline/it/uffici/servizisociali/emarginazione/casa_accoglienza.html

 

Il sito indica anche una guida per i senza tetto in allegato, da stampare (infatti gli homeless hanno sempre una stampante con sè!) che però non è né visibile né stampabile: provare per credere.

http://www.comune.ancona.it/ankonline/it/target/cittadino/notizie/guida-senza-tetto.html

 

Inoltre non esiste un piano di recupero all’autosufficienza di queste persone, prevalentemente senza reddito o con uno da indigenza. Anche perché qualunque piano dovrebbe prevedere situazioni nuove, innovative e fuori dalle regole inapplicabili in questo sistema. Il lavoro va reinventato con la spontaneità dei vecchi tempi, essendo oramai il lavoro un bene di lusso per pochi. Qui nelle Marche sta chiudendo tutto. Anche le persone con la vita. E’ di poco tempo il triplice suicidio di Civitanova Marche, che la Boldrini commentò: “Non sapevo che ci fosse tanta miseria”. Anche Maria Antonietta non lo sapeva, pensava che il popolo potesse sfamarsi aprendo l’armadio delle brioches al posto del pane che non c’era, come faceva lei.

Casa De’ Nialtri si prestava a tentar di costruire un piano di autosufficienza: già avviati contatti con settori agricoli e artigianali, già ideati lavori di piccola riparazione nonchè manutenzione dell’interno della casa, orti sinergici su una terra offerta da un solidale, corsi di lingua italiana, e molto altro.

 

Il 10 gennaio 2014 l’ex Ospedale Umberto Primo, “covo” di senzatetto, in seguito ad incendio di natura da determinare (incidentale o causale non è dato sapere) viene chiuso. Dei senza tetto che si rifugiavano nulla si sa:

http://www.etvmarche.it/video/3972/ex-umberto-Primo-da-ospedale-a-rifugio-per-senzatetto

Il 23 gennaio prende fuoco una baracca (dico una baracca alle porte di Ancona!) di senza tetto, all’interno del Palaveneto, un palazzetto dello sport dismesso da alcuni anni che viene chiuso come gli altri.

http://www.ilmessaggero.it/marche/ancona_fuoco_rogo_baracca_clochard_senza_tetto/notizie/469638.shtml

Il 22 gennaio 2013 ex ufficio dell’Azienda di promozione turistica regionale (Aptr)  un immobile di pregio in via Thaon di Revel con vista panoramica sul Passetto, diventato negli ultimi mesi una sorta di “lussuosa” stamberga per vagabondi e senza fissa dimora, viene “scoperto” e chiuso.

http://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/2014/01/22/1013949-ex-aptr-abbandonato-sede.shtml

Il 25 gennaio 2013 fa la stessa fine ’ex stabilimento farmaceutico Angelini di via Flaminia che fa da tetto sulla testa di una famiglia di disperati.

http://www.corriereadriatico.it/ANCONA/rifugi_disperati_tra_topi_e_materassi_ancona/notizie/474260.shtml

Infine la mattina del 5 febbraio 2014 lo sgombero di Casa De’ Nialtri. Veloce, efficiente: caricano gli occupanti su 2 autobus di Conerobus. Procederanno all’identificazione e alla denunce in seguito, lontani da noi che potevamo arrivare troppo presto e ritardare l’operazione. Quattro che non vogliono salire verranno trasportati in Questura a sirene spiegate, attraversando un quartiere blindato e militarizzato come non si era mai visto: polizia e carabinieri in antisommossa, protezione civile, guardia di finanza, polizia penitenziaria e decine di auto bloccano, a largo raggio, le strade di accesso alla Casa De’ Nialtri. Quando arriviamo (attraversando i blocchi che non vogliono farci passare) gli abitanti non ci sono più ed una lama ci trafigge il cuore. Assomigli(a a una deportazione: non sappiamo dove li hanno portati, che cosa gli è accaduto, come stanno. Sapremo poi che gli è stato intimato di spegnere e non usare cellulari: questo ci fa giungere in ritardo, a deportazione avvenuta. Ogni resistenza diventa inutile.

L’assessore alla partecipazione (dello sgombero) dirige i lavori di bonifica ambientale: i materassi, le coperte, le suppellettili, le stufe elettriche, la lavatrice, ecc. frutto di donazioni della gente dal cuore grande di Ancona e non solo che non obbedisce al Sindaco vengono caricate su due grandi furgoni di trasporti per traslochi privati e portati in un magazzino del comune. Riusciamo a salvare la piccola scorta di cibo: quella immediatamente deteriorabile verrà consegnata alla Mensa dei poveri. Dell’altra bonifica, quella umana, se ne farà carico il responsabile del Gruppo di Umana Solidarietà, entrato nella casa in compagnia dalle forze dell’ordine.

Partono le ricerche. Parliamo con Adam che ci rassicura e ci invita a tranquillizzarci (a noi!).

Sono “appoggiati”, come fossero cose, temporaneamente (3 giorni) ad un Bed and Breakfast in un paese dove nessuno li vuole: un anno fa una delibera del Consiglio comunale dava il suo niet alla richiesta del Comune di Ancona di prendersi una fetta di disperati. E’ un paese tranquillo. Niente presenze di questo tipo.

Ne mancano all’appello alcuni, di cui più tardi avremo notizie. Uno di essi invece sembra inghiottito da un CIE, e mentre per giorni ci chiediamo come fare a rintracciarlo oggi vengo a sapere che è stato ritrovato ed è la prima notizia bella dopo tanto stress.

Di tutti conosciamo la storia personale. Ognuna di esse farebbe piangere il cuore di chiunque sia rimasto umano dentro: la raccontano solo a coloro di cui si fidano, con una dignità che stupisce così tanto che solo il silenzio può essere una risposta rispettosa.

Questa è la storia: dii un programma progettato a cancellare persone già rese invisibili dall’ indifferenza e dalla mancanza di cuore dei cosiddetti organi politici, per i quali vengono prima le banche, poi il bilancio, poi il decoro, per finire con la festa dei migranti (senza di loro naturalmente) durante la quale seppellire i desideri di Natale da riesumare nel 2030, quando tutti saranno morti, e ai vivi, forse, verrà fatta conoscere questa triste storia – la più bella della mia vita – nella quale purtroppo è anche accaduto che un pezzo di stoffa di una bandiera è stato considerato molto più sacro della dignità umana.

Mariella Caressa

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