A Sarzana piccoli tecnoburacrati espropriano .

Leggi “start-up”, “co-working”, immagini idee e macchine al lavoro per creare ricchezza sociale. Senza conflitto. In ambienti asettici. Senza sfruttamento, arriveresti a pensare. Non è così. Il caso di Sarzana è tipico e conferma che l’accumulazione originaria del capitale non è successa una volta per tutte , ma si ripete ogni giorno. Sarzana è la cittadina del mercato antiquario, del buon vivere e del festival della mente. Con zone d’ ombra descritte in questo link.

Qualsiasi opinione si abbia della legalità, chi più di un sindaco dovrebbe garantire regole minime, generali di convivenza? Chi dovrebbe, in teoria, garantire la qualità del lavoro che ruota attorno ad una pubblica amministrazione? Non solo in tutte le coop d’Italia dove, per salari da fame cuoca educatrice o oss si rovinano la schiena e le mani in una struttura comunale, ma anche nella new-economy di un città che punta sulle start-up, le nuove imprese con idee innovative. Invece, i sindaci sono i cardini di una svolta antipopolare, di una classe politica autoreferenziale e fa bene chi non li vota e rappresenta direttamente i propri interessi. Che fa il sindaco di Sarzana? La cosa più antica del capitalismo: si appropria del lavoro di un’altra persona. Anche se non è un capitalista rampante, ma un tecnoburocrate che basa il suo dominio sulla funzione.

L’antefatto: a inizio 2014 una persona incontra il sindaco di Sarzana e gli illustra un progetto di coworking e cobaby, temi che il primo cittadino dimostra di non conoscere, in quell’incontro. La persona chiede patrocinio del comune e locali idonei a sviluppare uno spazio di lavoro comune per liberi professionisti, piccoli imprenditori, lavoratori dipendenti. Il coworking taglierà le spese a questi lavoratori. Inoltre, essi potranno mettere a sistema le rispettive competenze. Il co-baby invece è dedicato ai figli piccoli e sarà gestito da educatrici, permettendo ai genitori di lavorare in tranquillità. Non c’è niente di simile, a gennaio 2014, nel Levante ligure. Alla presentazione del progetto segue però la risposta del sindaco di Sarzana che non ritiene perseguibile quanto gli è stato illustrato.

Il 29 aprile 2015, invece Sindaco di Sarzana e Assessore alle start-up esultano annunciando di aver affidato a Tag Sarzana, gruppo di giovani imprenditori delle provincia, il bando per la gestione della struttura dell’ex-tribunale. Di cosa si occuperanno? Co-working. D’accordo che siamo a ridosso di elezioni regionali, d’accordo che la politica in Liguria ci abitua da una corsa al ribasso infinita, ma che ne è stato del progetto iniziale e di chi lo aveva proposto al sindaco? L’autore del progetto protesta con forza perché gli è stato tolto il frutto del suo lavoro. E’ doveroso solidarizzare e fargli eco, sempre più persuasi che resistenza e conflitto sono il metodo regolativo e redistributivo più efficace.

Usi Lel Comune Carrara usientilocali@libero.it

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