#14N a Milano

a MILANO appuntamento in largo Cairoli alle ore 9.30: corteo.

Report sciopero:

La manifestazione a Milano nello Sciopero Generale del 14 novembre

Il concentramento per la manifestazione dello Sciopero Generale del 14 novembre era in Largo Cairoli da dove abitualmente partono i cortei del sindacalismo di base. Anche gli studenti e una rappresentanza di Expo si sono dati appuntamenti nello stesso luogo. Nella stessa piazza è stata installata una struttura EXPO, con compiti espositivi e d’informazione dell’evento che avrà inizio a Milano il primo maggio del 2015, con durata di 6 mesi. Già nel corso della settimana, nella mattinata di martedì 11 novembre, si è svolta una iniziativa di contestazione organizzata dai sindacati di base e alternativi e dagli studenti di No EXPO, nel percorso di preparazione della giornata del 14, in cui è stato interrotto un convegno di propaganda di EXPO, andando ad illustrare al microfono sullo sperpero enorme di denaro per queste grandi opere e dei grossi danni che causano all’ambiente.

 

Mentre piazza Cairoli man mano si stava riempiendo, dando da subito un segnale importante per la buona riuscita dello sciopero, uno striscione veniva innalzato all’esterno della struttura di EXPO con la scritta “Licenziamo Renzi e i suoi padroni. Fermiamoli!”. Appena la piazza si è riempita il corteo si è mosso. Come concordato un primo tratto di strada è stato percorso assieme, sindacato di base e studenti, poi gli studenti hanno deviato verso la Darsena, un altro dei simboli forti dell’EXPO, con l’ipotesi di ricongiungere i due cortei in piazza Fontana. Dietro agli studenti è andato anche lo striscione del Coordinamento della Sanità, lo spezzone della Sanità Cobas e alcuni compagni dell’USI.

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Il corteo del sindacalismo di base è proseguito facendo la prima tappa in piazza degli Affari, dove si è misurata l’ampia partecipazione dei manifestanti che in alcune migliaia hanno riempito quello spazio. Una manifestazione combattiva e rumorosa dove si gridavano slogan a viva voce, con autoparlanti e meganoni che si intrecciavano. I sindacati di base e alternativi presenti erano CUB, USB, USI – AIT, una parte dei Cobas, SIAL Cobas, opposizione Cgil, Unione Inquilini. Poi c’erano i vari spezzoni con i propri striscioni dei settori di appartenenza (Metalmeccanici, Sanità, Commercio, Chimici, Operatori Sociali, ecc.). Erano presenti anche disoccupati, precari, occupanti di case e aree dei centri sociali. La tappa successiva è stata quella sotto il palazzo comunale dove anche qui ci sono stati interventi. Il corteo si è concluso in piazza San Babila, vicino alla prefettura, dove si sono svolti gli interventi conclusivi.

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Lo spezzone dell’USI era aperto dallo striscione dell’Unione Sindacale Italiana seguito da decine di bandiere rosso e nere sventolanti al vento con un impatto molto vivace e colorato. Erano presenti anche compagni da fuori Milano. Molti compagni libertari e anarchici, in primo luogo i compagni della FAI milanese, si sono posizionati in questo spezzone del corteo. Mentre si distribuivano volantini predisposti per lo sciopero tutto il tragitto è stato accompagnato da uno spiccheraggio in cui venivano illustrate le ragioni dello sciopero, le necessità dell’autorganizzazione e dell’azione diretta, la critica a Cgil – Fiom, pur salutando l’allargamento del fronte di lotta, mettendo però in guardia “il tentativo di controllare l’accellerazione e la radicalizzazione della lotta stessa e denunciando il loro obbiettivo prioritario di riconquistare la concertazione negata che pur tanti danni ha causato alla classe lavoratrice”.

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E’ stato denunciato il malaffare dell’EXPO “solo un affare per la criminalità organizzata, causa di disastri ambientali, vedi Genova…Carrara, auspicando che la risposta della cittadinanza di Carrara, dove è stato occupato il comune e messo in fuga il sindaco, sia un esempio da portare anche nel parlamento”. Sotto il palazzo della Borsa si è sottolineato come rappresenti “il tempio del malaffare” dove si “unificano i sporchi interessi della finanzia, dello stato e della mafia” per cui solo “la pratica generalizzata dell’autogestione può essere la soluzione finale per la vera giustizia sociale”. Arrivando sotto il palazzo comunale è stato sottolineato come “la nuova giunta presentatasi come il vento che cambia” ha profondamente deluso quanti si erano inutilmente illusi, con la continuità delle logiche precedenti, come quella di smentire clamorosamente le promesse elettorali di eliminare la precarietà: “sono stati eliminati gran parte dei lavoratori e lavoratrice precari lasciandoli a casa”. E’ stato, comunque, evidenziato come “le lotte e le contestazioni al governo dei padroni stanno crescendo ovunque, un fiume sotterraneo di protesta popolare che sta salendo in superficie, si sta allargando e generalizzando”. Gli slogan che hanno accompagnato il corteo dell’USI: “Renzi e Berlusconi, governo dei padroni”, “Contro il malaffare, autogestione popolare”, “L’EXPO è una disgrazia e la mafia ringrazia”.
Non abbiamo dati precisi al momento sulla adesione allo sciopero, possiamo però registrare che per l’intera giornata, fino a tarda sera, la città è stata paralizzata dai cortei, ma soprattutto come conseguenza dello sciopero dei mezzi pubblici.

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Sul fronte della contestazione degli studenti, che a migliaia hanno manifestato, si sono registrati gravi incidenti in seguito agli attacchi pesanti da parte della polizia che ha cercato di impedire la loro entrata in piazza Fontana, come era stato inizialmente accordato. Le prime cariche della polizia sono avvenute in piazza Santo Stefano, nei pressi della università statale, e successivamente davanti all’ Arcivescovato, in piazza Fontana, dove molti studenti sono riusciti ad arrivare per contestare la presenza annunciata della ministra dell’istruzione al convegno sulla scuola all’interno dell’istituto ecclesiale. Le cariche sono state violente. Oltre all’uso dei manganelli si è ricorso al lancio dei lacrimogeni causando molti feriti e contusi fra gli studenti.

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La manifestazione della Fiom si è svolta regolarmente da porta Venezia a piazza Duomo, con la partecipazione di molte migliaia di partecipanti arrivati da mezza Italia come previsto, concludendosi con i comizi finali di Landini e la Camusso, che ha anche ricevuto contestazioni, in questo ritrovato accordo per la riconquista della concertazione negata. In piazza Duomo ha cercato di entrare anche uno spezzone No Tav che è stato respinto prima dal servizio d’ordine della Fiom, poi dalla carica della polizia.

Enrico Moroni

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