USI/Sanità – Resoconto presidio del 27 Maggio a Milano

PRENDIAMO PAROLA, RIPRENDIAMO LA PIAZZA!

Come ampiamente propagandato mercoledì 27 Maggio, alle ore 17, si è svolto il Presidio di protesta sotto il Palazzo della Regione a Milano con la parola d’ordine: “Prendiamo parola, riprendiamo la piazza”.

La prima mobilitazione pubblica dell’area di opposizione dal basso  dopo due mesi di immobilismo totale. La scelta del Palazzo della Regione è stata fatta soprattutto come protesta ed atto di accusa per come l’Amministrazione Regionale in modo vergognoso ha gestito la situazione dell’epidemia del coronavirus.

La tanto vantata eccellenza della Sanità Lombarda si è dimostrata un fallimento totale con conseguenze drammatiche sia da parte degli operatori della sanità, mandati allo sbaraglio senza adeguate protezioni contro la pandemia, sia per le tante vittime di cittadini che non hanno trovato adeguata assistenza. Nelle case di cura per anziani, RSA, è stata una vera e propria strage delle persone anziane ricoverate e di operatori infettati. Tutto questo, è stato denunciato, come la conseguenza degli scandali speculativi della Regione, dei tagli subiti dalla sanità, soprattutto della spinta speculativa verso una sanità sempre più privatizzata.

Gli organizzatori della protesta erano realtà sociali politiche e soprattutto del sindacalismo di base: CUB, Sgb e USI – CIT.

Al Presidio hanno partecipato un migliaio di manifestanti con una forte presenza dell’area del sindacalismo di base. Oltre alle bandiere dei sindacati organizzatori erano presenti quelle dello Slai Cobas, Sol Cobas, SI Cobas, Sial Cobas.

Come USI con le nostre bandiere ci siamo posizionati assieme al Comitato di difesa della Sanità Pubblica che, dopo aver raccolto circa 5 mila firme contro la chiusura del San Paolo e San Carlo, nella mattina stessa le avevano consegnate per protesta all’Amministrazione Regionale. Nella stessa giornata a firma del Comitato, di USI Sanità e di Medicina Democratica era stato inviato un esposto al Tribunale Penale di Milano per denunciare l’abuso di visite private a pagamento negli stessi orari del servizio pubblico, come avviene negli ospedali San Paolo e San Carlo.

Fra i manifestanti c’era anche la presenza di compagni e compagne che hanno portato un proprio cartello di protesta.

Nell’atrio del Palazzo era stato attivato un amplificazione dove, oltre a trasmettere canzoni di protesta, si susseguivano interventi di denuncia da parte di subiva torti, era vittima di situazioni di pesante sfruttamento e d’insicurezza sui luoghi di lavoro.

Mentre continuavano gl’interventi i manifestanti si portavano in mezzo alla strada di via Melchiorre Gioia con la volontà di promuovere quel corteo che dalla questura era stato vietato.  S’interrompevano gli interventi e iniziava un baraccio di ferro con le forze di polizia e carabinieri che con i loro mezzi blindati impedivano il proseguo del corteo verso il centro. A questo punto i manifestanti invertivano la rotta in senso opposto sulla stessa strada, da via Pirelli a via Galvani, svoltando verso il quartiere Isola. Il corteo si è mantenuto in strada, creando un blocco della circolazione, per circa un’ora, per poi ritornare al punto di partenza e sciogliersi. Un primo momento della ripresa delle iniziative nelle nostre piazze per far sentire quella protesta che per troppo tempo è rimasta soffocata.     

Enrico

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