USI-cambio appalto

L’Unione Sindacale Italiana (Usi) – sezione di Parma -, in merito al cambio di gestione in seguito alla gara di appalto del servizio Gruppi appartamento per disabili, esprime solidarietà agli utenti, ai loro familiari, ai lavoratori iscritti e non, per gli inevitabili disagi scaturiti da questo cambiamento, ed allo stesso tempo non può esimersi dall’esprimere la preoccupazione circa la sorte e la gestione del settore “sociale” a Parma e Provincia. L’Usi prende atto di quanto oggettivamente successo: Il Comune di Parma, in data venerdì 25 febbraio 2005 alle ore 16.30, ha comunicato in via ufficiale alle cooperative in questione l’esito della gara d’appalto relativa ai gruppi appartamento per disabili. Appalto che sarebbe dovuto scadere il 31/01/05 ma che grazie a proroghe è slittato alla fine di febbraio. Il Comune di Parma, dopo avere avuto a disposizione un mese di tempo per controllare i conti, ha pensato di comunicare l’ufficializzazione dell’esito dell’appalto solo all’ultimo momento. Questo ha comportato un lungo periodo di incertezza per diciotto famiglie di lavoratori di Parma che hanno tempo solo fino al 28 febbraio per decidere se passare alla nuova cooperativa o rimanere nella cooperativa perdente. Diciotto persone che hanno solo tre giorni, di cui due dei quali sono sabato e domenica, per raccogliere e chiedere informazioni circa l’eventuale nuovo datore di lavoro! Il Comune di Parma ha assegnato un servizio che vede interessate persone diversamente abili o affette da problematiche di carattere psichiatrico, favorendo il gruppo di cooperative che hanno presentato il prezzo inferiore rispetto alla base d’asta. Le cooperative vincenti si sono aggiudicate l’appalto con solo un punto in più rispetto alla cooperativa che fino ad allora aveva gestito i gruppi appartamento in questione e la differenza di punteggio è stata determinata dall’offerta economica. In questo modo il Comune di Parma ha deciso di permettere a grandi organizzazioni aziendali, cooperative di altra provincia e regione (Bologna e Venezia) composte rispettivamente da 1.400 e 1.100 soci, di stabilirsi sul territorio in virtù delle loro possibilità economiche ovvero di aggiudicarsi i servizi con un’offerta economica molto bassa e sottocosto. Il Comune di Parma ha altresì ignorato l’aspetto della continuità. Per anni operatori ed educatori hanno operato in questi gruppi appartamento. Gruppi che, vista la particolarità dell’utenza, richiedono una progettualità accurata, mirata e ben strutturata. Gli operatori si trovano ora a dover scegliere se restare al proprio posto ma per un altro datore di lavoro pressoché sconosciuto o rimanere nella cooperativa che ha perso l’appalto ed essere assegnati ad altra struttura. Come sindacato Usi non mettiamo assolutamente in discussione le Cooperative vincenti, che sappiamo essere serie e che senz’altro – ci auguriamo – riusciranno a garantire prestazioni consone alla storia del servizio, ma semplicemente sottolineare la politica adottata dal Comune di Parma più attenta a fattori economici, per altro irrisori per un Ente di questa portata, che alla qualità della vita di persone svantaggiate. A questa considerazione ci permettiamo di aggiungere una domanda: e se tutti gli operatori attualmente in servizio si rifiutassero di passare sotto la cooperativa vincente, come gestirebbe il Comune un cambiamento così repentino e come lo spiegherebbe agli utenti che trovano proprio nel rapporto di fiducia con chi lavora “a casa loro” (nel vero senso della parola) motivo di serenità? Lasciamo rispondere ai responsabili della commissione chiamati ad aggiudicare il servizio. Unione Sindacale Italiana

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