Trieste: Servizi educativi ancora una volta sotto attacco
La beffa.
L’Unione Sindacale Italiana, aderente all’Associazione Internazionale dei Lavoratori, esprime grave preoccupazione per il futuro dei servizi educativi di Trieste e delle centinaia di lavoratrici e lavoratori precari che quotidianamente vi operano con passione e impegno.
Non sono per nulla sufficienti le rassicurazioni da parte dell’amministrazione comunale, che si è impegnata a garantire circa 200 assunzioni in ruolo suddivise fra asili nido, scuole dell’infanzia e ricreatori, in diversi profili lavorativi, a partire da gennaio 2015.
Queste rassicurazioni, più volte espresse attraverso comunicati ufficiali e riportate dalla stampa locale, non ci bastano in quanto:
– I numeri, se confermati, non basteranno a coprire il fabbisogno per i tre servizi, ma colmeranno solo alcune lacune, senza contare i posti che si renderanno disponibili da qui al prossimo anno.
– Non sono ancora chiare le modalità con cui verranno assunti i lavoratori in possesso dei requisiti richiesti. Si tratterà di stabilizzazioni, come viene specificato anche nella legge regionale 15/2014, ma quali sono i criteri che verranno adottati per formulare le graduatorie? E ancora, il Comune continuerà a gestire le supplenze? Per rispondere a questi ed altri interrogativi da parte di diverse decine di educatori precari è stato richiesto un incontro all’Assessore al Personale Treu, ma l’unica risposta è stata quella di trovarsi di fronte uno schieramento di vigili urbani che bloccava l’accesso alle scalinate del Palazzo della Giunta.
– Infine, la questione più urgente: fra oggi e dicembre 2014 si profilano pesantissimi tagli ai servizi educativi: nei ricreatori più della metà di coloro che fino ad ora lavoravano stabilmente e continuativamente verranno lasciati a casa, così come negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia molte educatrici ed educatori che da anni erano presenti nelle diverse strutture non verranno più richiamati in servizio.
Una vera e propria beffa, che comporterà pesanti ripercussioni sul funzionamento dei servizi e grossi problemi alle famiglie. Non solo fino a dicembre, ma sicuramente anche oltre, visto che la programmazione viene fatta a inizio anno scolastico e non a gennaio.
Questa situazione, quali ne siano le ragioni, si sarebbe potuta evitare se la Giunta si fosse impegnata ad inserire nello statuto comunale l’essenzialità e l’infungibilità dei servizi educativi pubblici, come richiesto non solo dai lavoratori, ma da numerosissime famiglie che usufruiscono degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e dei ricreatori di questa città.
L’USI-AIT continuerà a sostenere ed appoggiare la mobilitazione delle educatrici e degli educatori precari del Comune, non solo per salvaguardare il futuro occupazionale di centinaia di persone, ma soprattutto per la sopravvivenza stessa di servizi per l’infanzia e l’adolescenza pubblici e aperti a tutti e tutte.
Trieste, 8 settembre 2014