Sindacalismo rivoluzionario
«La classe lavoratrice e quella capitalista non hanno nulla in comune. Non vi può essere pace finché la fame e il bisogno esistano per milioni di lavoratori ed i pochi, che costituiscono la classe padronale, posseggano tutte le cose buone della vita.
Tra queste due classi la lotta deve proseguire fino a che tutti i lavoratori si uniscano in campo politico, così come in quello industriale, e prendano e si tengano tutto quello che producono col loro lavoro, per mezzo di una organizzazione economica della classe operaia senza affiliazione con alcun partito politico.
Il rapido ammasso di ricchezza e la centralizzazione della gestione delle industrie in sempre meno mani, rende i sindacati di mestiere incapaci di tenete testa al potere sempre crescente della classe padronale, poiché essi stessi permettono uno stato di cose tale da permettere che degli operai vengano scagliati contro degli altri operai della stessa industria, con ciò contribuendo alla sconfitta reciproca nelle lotte salariali. I sindacati di mestiere aiutano la classe padronale a ingannare i lavoratori con la credenza che la classe operaia ha degli interessi in comune con i suoi padroni.
Queste tristi condizioni possono essere cambiate, e gli interessi della classe lavoratrice sostenuti, solamente da un’organizzazione formata in modo tale che tutti i suoi membri di un’industria, o in tutte le industrie, se necessario, smettano di lavorare ogniqualvolta sia in corso uno sciopero o serrata in un qualunque suo reparto, rendendo così l’offesa a uno diventi un’offesa per tutti»
Preambolo alla costituzione dell’I.W.W. (Industrial Workers of the World) – Chicago 2-4 gennaio 1905