Piombino 1 maggio


A Piombino, storico territorio di giornate di lotta e sovversione anche in occasione del Primo
Maggio,il Primo Maggio del 2009 le bandiere rossonere sono tornate a sventolare, a sottolineare
che le gli obiettivi di lotta e sovversione che erano alla base di quelle lotte devono riacquistare la
centralità di fronte al fallimento delle politiche economiche ed industriali che pongono il lavoratore
quale variabile dipendente della produzione capitalista.

Quello che oggi di fronte alla crisi, voluta e
sostenuta solamente per ricollocare l’economia capitalista nel suo ruolo di gestione dello
sfruttamento mondiale, deve riprendere l’azione degli sfruttati per ricostruire, nei posti di lavoro
come fuori nel cosiddetto tempo libero(?) e sociale , la lotta quotidiana autogestita e fuori dalla
logica della ruota del carro dei padroni. Una azione necessariamente alla base di una ripresa di
consapevolezza di poter uscire da ormai quasi un secolo di soggezione sociale degli sfruttati. Tutta
l’azione politica e sindacale addormentatrice che i partiti e sindacati di sinistra, sinistramente,
hanno svolto fiancheggiando, cogestendo la resa dei lavoratori, reprimendo scientificamente e
sistematicamente le ragioni di lotte che potevano tendere alla rivendicazione non solo di
miglioramenti economici e/o di lavoro contingenti ed isolati alla realtà territoriale, ma a forme di
ribaltamento sociale ,oggi si fanno presenti in tutta la loro necessità .Su questo perno si sono
avvitortolate le ragioni storiche e su questo perno i lavoratori e le loro organizzazioni , convinti
dalla religione del consumo e del benessere che l’economia capitalista regalava,in pillole molto
amare e addirittura velenose, hanno accettato la loro sopravvivenza nella logica dello sfruttamento.
Hanno abbandonato le istanze di una società egualitaria, di benessere sociale reale, e accettato
l’unica verità inconfutabile che se si rimane dentro la logica dello sfruttamento, dell’accettazione di
esserne una parte, se si rimane nella logica del valore lavoro quale misura della propria esistenza,
cioè di componente del prezzo del prodotto, succube dei voleri e capricci dei padroni, si rimane
nella logica dei servi e i servi devono obbedire sempre e devono seguire il padrone e accontentarsi
delle briciole nella migliore delle ipotesi. Ma oggi, di fronte i lavoratori hanno una scelta urgente
da fare: uscire dalla logica di servaggio dell’economia e dall’economia, (non basta definirla
capitalista, la logica è primordiale : la logica dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo e
sull’ambiente, e di tutte le politiche economiche e sindacali che realizzano continue rinunce , fino
al convincimento che di fronte alla crisi si possono accettare, magari con l’autoconvinzione di
aiutare ad uscire dalla stessa crisi, condizioni di vita e di lavoro, anche peggio di servo, anche di
schiavo. Il Primo Maggio è nato così per sovvertire la logica dello sfruttamento, anche per la
richiesta della giornata lavorativa di otto ore, ma i 5 lavoratori impiccati a Chicago nel 1887, i tanti
morti successivi, non chiedevano solamente di adeguarsi e di poter passare dalla posizione da
schiavi a servi, magari con la livrea con i bordi dorati, perché sapienti. Essi volevano costruire una
società libera fra eguali. Una società senza sfruttamento. In questo senso a Piombino abbiamo
“festeggiato” il Primo Maggio. Ricordando Pietro Gori, imprigionato, esiliato, segnato fino alla
morte, per le sue idee come quelli di Chicago, ricordando Francisco Ferrer, ucciso perché convinto
come quelli di poterlo realizzare un uomo e un mondo nuovo. Proprio per queste convinzioni che le
bandiere rossonere hanno “passeggiato” dove molti proletari, come si direbbe oggi, masticavano
queste idee libertarie. Queste idee sono state megafonate in piazza per il comizio finale, proprio
dove queste idee vedevano raccogliersi migliaia di consapevoli sfruttati, sono state l’esortazione dei
compagni che hanno parlato al comizio , ribadendo la necessità per gli sfruttati di porsi fuori dalla
logica dello sfruttamento. Ed è l’unica strada da percorrere. I fatti ci danno amaramente ragione, sta
agli sfruttati riprendersi la storia! Gli anarchici a Piombino, unici in piaza per il Primo Maggio a
dare solidarietà ad un territorio che sta vivendo la crisi dei padroni sulla pelle dei lavoratori. Il
comizio è stato aperto dal compagno Umberto, che ha ricordato la storia e le ragioni del Primo
Maggio, delineando bene come questa giornata è nata sovversiva e in questa maniera si deve
rivendicare. I cinque lavoratori anarchici furono impiccati per le loro idee sovversive! A seguire
l’intervento molto critico della concezione salvatrice del lavoro del compagno Mario che ha posto
molto chiaramente un interrogativo che è stato emarginato da molto tempo: si deve davvero
rinunciare a tutto, alla vita, alla dignità per un posto di lavoro? Il compagno Tiziano della
Federazione Anarchica di Livorno, ha sottolineato l’urgenza della lotta autogestite dei lavoratori per
“uscire” dalla crisi. La validità delle idee principali che hanno costituito la forza dei movimenti
libertari e che a ben vedere costituiscono dei validissimi strumenti. di coscienza proletaria e quindi
di lotta sociale. Anche l’intervento della compagna Patrizia dell’UniCobas della scuola ha
specificatamente posto le urgenze di costituire sui posti di lavoro, come nella scuola o nel pubblico
impiego distrutto dalle ultime politiche governative, organizzazioni autogestite e in grado di
contrastare la perdita ormai emorragica dei diritti e garanzie dei lavoratori. Il compagno Sergio
dell’Unione Sindacale Italiana, ha ancora di più rafforzato la necessità della costruzione della
capacità di organizzazione dei lavoratori, riportando una dura realtà : oggi per normativa molti
lavoratori sono costretti a lavorare fino a 12, 50 ore e senza sicurezza, altro che otto ore! la necessità
di organizzazione immediata per la costruzione parallela di lotte sindacali ed obiettivi
libertari,riassumendo – lavorare meno lavorare meglio lavorare tutti -.
Unione Sindacale San Vincenzo

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