Nè valutati né valutatori!

Ieri ci siamo recati sotto la sede del Liceo Classico “B. Telesio” di Cosenza per protestare contro i provvedimenti disciplinari voluti dal Dirigente Scolastico, Ing. Antonio Iaconianni, nei confronti di alcuni studenti che hanno deciso di boicottare o sabotare le prove Invalsi.

Tali provvedimenti sono stati avallati dai Consigli di Classe in sede di scrutinio. Il tutto è stato giustificato con una presunta Circolare Ministeriale che, a dire di una docente, avrebbe imposto provvedimenti di abbassamento del voto di condotta. Se ciò fosse vero, si evidenzia quanto l’apparato burocratico scolastico si stia trasformando in un Moloch punitivo e normalizzatore e gli insegnanti in semplici esecutori di ordini. Ci sembra giusto sottolineare la mancata presenza in loco dei collettivi studenteschi cittadini, dei comitati e delle associazioni di docenti che hanno dimostrato in tale occasione di volere rispondere esclusivamente a chiamate “rumorose” e “chiassose” dove, presunti leader o politicanti di bassa lega, insieme a consulenti del lavoro spacciantisi per sindacalisti, possano rivestire al meglio il ruolo alternato di pompiere o provocatore. Ad ogni modo, abbiamo testimoniato la nostra solidarietà agli studenti colpiti da tale provvedimento consegnando nelle mani della Prof.ssa Rosanna Gallucci, vicaria dell’ Istituto Scolastico, un volantino che abbiamo chiesto di protocollare. A tale proposito ci è stato detto che non c’era personale presente in Segreteria, poiché tutti ammalati. Da notare che in sede si stavano svolgendo gli esami di Stato. Inoltre, abbiamo chiesto che il nostro documento venisse affisso all’albo sindacale. Eccone il testo:

 

Né Valutati Né Valutatori

La riforma scolastica del governo Renzi non è esclusivamente una formula autoritaria che ricade su studenti e docenti, bensì una disegno più complesso che mira a porre le basi per un modello di società specifico. Un progetto che si incarna perfettamente nelle maglie del “Job’s Act” e che vuole portare all’accettazione incondizionata di nuove e strumentali concezioni del “lavoro”.

 

Nel DDL “Buona Scuola” compaiono, infatti, progetti di alternanza scuola/lavoro; esaltazione del merito e della competitività. Le prove INVALSI, che gran parte degli/lle studenti/esse ha boicottato o sabotato nei mesi scorsi, costituiscono uno degli esempi più specifici dei criteri di controllo e assoggettamento che si stanno imponendo sulla scuola: ad esempio, la continua valutazione, ovvero una nuova forma di governance poliziesca. Dotarsi di reti, strutture ed istituzioni per valutare rimette lo Stato al centro di alcuni processi sociali; garantisce la gestione di fondi e la possibilità di assegnare posti di lavoro; rigenera, inoltre, un meccanismo, quello statale appunto, che si è svuotato di altri significati che non siano meramente tecnici o repressivi.

 

Molti Dirigenti, infatti, hanno minacciato sospensioni, abbassamento del voto di condotta, hanno serrato le fila del nuovo apparato poliziesco che presidierà i futuri istituti scolastici. Il boicottaggio delle INVALSI ha costituito un smacco alquanto grave per le istituzioni che ruotano intorno al Miur. Gli studenti e gli insegnanti impegnati in questa forma di lotta hanno evidenziato come il rifiuto, l’obiezione, la disobbedienza possano inficiare il funzionamento di un intero meccanismo. Rifiutarsi di valutare e di essere valutati significa sabotare alla base le funzioni sociali di esclusiva trasmissione di dati o di ordini cui si è relegati. Significa riaffermare l’essenza delle identità che si sentono proprie e non quelle di cui veniamo vestiti.

 

Siamo quindi vicini a tutti gli studenti e a tutte le studentesse che hanno scelto di non svolgere la prova e sono ora vittime di una assurda e dispotica campagna intimidatoria. Lotteremo, quindi, al loro fianco per sabotare interamente tutti i meccanismi di valutazione che minano alla base i liberi saperi.


CREARE SAPERI SENZA CREARE POTERI!

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