Italiche interpretazioni …

Ovvero: Quando una legge a tutela dei lavoratori – in questo paese – diventa nociva!

La legge 161/2014 dovrebbe garantire infatti il diritto al riposo per il personale anche in ambito sanitario.

 

Tutti i lavoratori sono ormai perfettamente a conoscenza che dal 25 novembre dello scorso anno è entrata in vigore applicazione della legge EUROPEA 161/2014, (Gazzetta Ufficiale del 10 novembre 2014) “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2013-bis”, necessaria per porre rimedio ad alcune procedure di infrazione che l’Unione Europea ha inoltrato all’Italia a causa di inadempienze in diversi ambiti. Tale legge integra, oltre ad altre cose, il DLgs66 del 2003, detta anche tutela del lavoratore e specifica che l’orario minimo che deve intercorrere da un turno a quello successivo,deve garantire 11 ore di riposo consecutivo.

Il Decreto legislativo 66 attua infatti la direttiva 93/104/CE in merito alla definizione appunto dei termini in orario di lavoro. Orario di lavoro legati alla sicurezza ed alla salute dei lavoratori modificata dalla direttiva Europea 2000/34CE. Il dlgs Ha subito di recente alcune modifiche per sanare le deroghe al testo originario della direttiva europea ed in modo particolare sull’articolo 14 della legge 161. Cio vuol dire che dal 25 novembre trovano nuove applicazioni le disposizioni di cui all’articolo 7 del Dlgs 66/2003 per cui non saranno più possibili ulteriori deroghe.

Queste deroghe, inserite dai vari governi che si sono avvicendati sono servite a evitare le sanzioni amministrative, frutto dei sempre più scarni organici delle aziende sanitarie che non consentivano il rispetto della normativa comunitaria. L’Unione europea dispone quindi gli standard che disciplinano l’orario di lavoro. Questi standard sono applicati a tutti i settori dell’economia. La direttiva sull’orario di lavoro nasce come avanguardia sociale poiché assicura una protezione minima a tutti i lavoratori contro orari di lavoro eccessivi e contro il mancato rispetto di periodi minimi di riposo.

Con essa infatti si definisce la salute nel senso più ampio del termine, comprendente, ad esempio, il rispetto della vita familiare o il suo benessere psicologico. Da tutto ciò quindi vengono definiti dei criteri “minimi” relativi a riposi, pause, ferie, orario massimo di lavoro, lavoro notturno. Dal momento che adesso l’unione europea impone a tutti gli stati membri l’applicazione delle leggi in materia di riposo le amministrazioni aziendali si sono trovate costrette ad un adeguamento che si è tramutato in un disastro per la vita dei lavoratori a causa della gravissima carenza di personale. A seguito delle varie disposizioni in materia di lavoro, i lavoratori ormai sanno molto bene che ai governi che si sono avvicendati non è mai interessata ne la tutela dei diritti ne la salute e sicurezza dei lavoratori. Nemmeno i vari governi regionali hanno provveduto in questo senso.

Quello che ne consegue pertanto è che ci troviamo in una situazione identica se non peggiore a quella degli anni scorsi a causa del prolungato blocco del turn-over e della diminuzione ulteriore delle risorse economiche a disposizione del servizio sanitario nazionale. Negli ultimi anni moltissime aziende in tutto il territorio nazionale hanno adottato senza ritegno istituti come la reperibilità e lo straordinario per coprire i servizi e le assenze.

Uno stratagemma vergognoso, talvolta con il tacito consenso di alcuni sindacati complici che si è abbattuto pesantemente sui lavoratori. le conseguenze sui lavoratori e cittadini è cosa nota a tutti. L’unica soluzione per garantire il rispetto delle leggi a tutela dei lavoratori e dei servizi sono le assunzioni immediate attingendo dalle graduatorie ancora aperte e dall’istituzione di nuovi concorsi pubblici. Le varie soluzioni e le proposte atte soltanto alla modifica di orari e turnazioni per noi sono esclusivamente palliative oppure forme concertative che vanno incontro esclusivamente alle politiche aziendali.

Per la segreteria nazionale USI – AIT sanità
Lusi Corrado

Firenze 30 gennaio 2016

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