Italia Lavoro spa si ristruttura …

Italia Lavoro spa si ristruttura per “facilitare l’incontro di domanda e offerta di lavoro” ma lascia a casa centinaia di precari…

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Italia Lavoro S.p.A. è una società per azioni totalmente partecipata del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Istituita nel 1997 su direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri mediante uno scorporo di ramo d’azienda da Italia Investimenti S.p.A. (già GEPI S.p.A.), con la mission di svuotare il bacino dei Lavoratori Socialmente Utili (LSU) presso gli Enti Locali e creare occupazione su tutto il territorio nazionale, opera per legge come Agenzia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e delle altre Amministrazioni centrali per promuovere e gestire azioni su politiche del lavoro, occupazione ed inclusione sociale.

Realizza azioni e programmi in collaborazione con Regioni, Province e Amministrazioni Locali, per migliorare le capacità del paese nel creare opportunità di occupazione, rivolgendosi in particolare alle categorie deboli del mercato del lavoro.

In tutti questi anni si è retta quasi esclusivamente sui “collaboratori”. Sui precari, insomma. Quelli che a parole si dice di voler disincentivare e, uno dei tanti paradossi di questa azienda, quelli per i quali Italialavoro attua uno dei suoi progetti più grossi e importanti, Welfare to Work, e finalizzato proprio alla stabilizzazione dei lavoratori.

Già a dicembre quindi, grazie a Monti e Fornero (1), in centinaia se non di più sono stati abbandonati. Fino a quel momento, di contratto in contratto, riuscivano a lavorare (“collaborare”) e quindi a sopravvivere in questo periodo di crisi devastante. Poi più nulla. Da dicembre collaboratori anche storici sono rimasti fuori, senza alcuna prospettiva. Persone che hanno anche “osato” mettere al mondo un figlio o fare un progetto – minimale – per il futuro si sono viste mettere in pericolo la loro stessa sopravvivenza, in piena recessione. (ad oggi, sembra si contano più di 100 vertenze individuali da parte di co.pro. che rivendicano i propri diritti).

Tra l’altro ad ognuno, come sede, veniva assegnato un Centro per l’Impiego ed in questi anni tanti lavoratori di quei Centri sono andati in pensione e tantissimi ne andranno nei prossimi anni.

Ora accade che, si stanno sguarnendo sempre più di personale e forse fra pochi anni non ci sarà quasi più nessuno a svolgere quel tipo di servizio. Nel frattempo, però, affermano gli ex lavoratori “nessuno si sta preparando all’evenienza e, come sempre, parlare di un nostro ricollocamento, o comunque di riaprire in generale le assunzioni: sembra un’eresia”. Eppure dal 1 agosto si è insediata al Ministero del Lavoro la struttura di missione per promuovere i “Centri per l’impiego e la Garanzia Giovani” organismo che si occuperà di individuare e diffondere le migliori pratiche al fine di facilitare l’incontro di domanda e offerta di lavoro e di preparare proposte per la riorganizzazione dei servizi all’impiego. Tale struttura sarà coordinata dal Segretario Generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e composta dal Presidente dell’ISFOL, dal Presidente della stessa Italia Lavoro (!!!!), dal Direttore Generale dell’INPS, dai Dirigenti delle Direzioni Generali del Ministero del Lavoro competenti per materia, da rappresentanti della Conferenza Stato-Regioni, da due rappresentanti designati dall’Unione Province Italiane e da un rappresentante designato dall’Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.

A maggior ragione non si comprende perché non vengano prese in considerazione proprio quelle persone che hanno già lavorato e considerare un loro ricollocamento data la loro esperienza e conoscenza dell’ambiente e della materia.

Il Grillo Parlante


(1) L’ articolo 4 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (più conosciuto come provvedimento sulla spending review), che riguarda le società controllate direttamente o indirettamente dalle pubbliche amministrazioni, (di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, che nell’anno 2011 hanno conseguito un fatturato da prestazione di servizi a favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90 per cento) prevede, alternativamente, lo scioglimento delle società entro il 31 dicembre 2013, e l’’alienazione con procedura di evidenza pubblica delle partecipazioni detenute alla data di entrata in vigore del presente decreto entro il 30 giugno 2013 ed alla contestuale assegnazione del servizio per cinque anni a decorrere dal 1° gennaio 2014.

Italia Lavoro spa si ristruttura per “facilitare l’incontro di domanda e offerta di lavoro” ma lascia a casa centinaia di precari…

 

Italia Lavoro S.p.A. è una società per azioni totalmente partecipata del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Istituita nel 1997 su direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri mediante uno scorporo di ramo d’azienda da Italia Investimenti S.p.A. (già GEPI S.p.A.), con la mission di svuotare il bacino dei Lavoratori Socialmente Utili (LSU) presso gli Enti Locali e creare occupazione su tutto il territorio nazionale, opera per legge come Agenzia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e delle altre Amministrazioni centrali per promuovere e gestire azioni su politiche del lavoro, occupazione ed inclusione sociale.

Realizza azioni e programmi in collaborazione con Regioni, Province e Amministrazioni Locali, per migliorare le capacità del paese nel creare opportunità di occupazione, rivolgendosi in particolare alle categorie deboli del mercato del lavoro.

In tutti questi anni si è retta quasi esclusivamente sui “collaboratori”. Sui precari, insomma. Quelli che a parole si dice di voler disincentivare e, uno dei tanti paradossi di questa azienda, quelli per i quali Italialavoro attua uno dei suoi progetti più grossi e importanti, Welfare to Work, e finalizzato proprio alla stabilizzazione dei lavoratori.

Già a dicembre quindi, grazie a Monti e Fornero (1), in centinaia se non di più sono stati abbandonati. Fino a quel momento, di contratto in contratto, riuscivano a lavorare (“collaborare”) e quindi a sopravvivere in questo periodo di crisi devastante. Poi più nulla. Da dicembre collaboratori anche storici sono rimasti fuori, senza alcuna prospettiva. Persone che hanno anche “osato” mettere al mondo un figlio o fare un progetto – minimale – per il futuro si sono viste mettere in pericolo la loro stessa sopravvivenza, in piena recessione. (ad oggi, sembra si contano più di 100 vertenze individuali da parte di co.pro. che rivendicano i propri diritti).

Tra l’altro ad ognuno, come sede, veniva assegnato un Centro per l’Impiego ed in questi anni tanti lavoratori di quei Centri sono andati in pensione e tantissimi ne andranno nei prossimi anni.

Ora accade che, si stanno sguarnendo sempre più di personale e forse fra pochi anni non ci sarà quasi più nessuno a svolgere quel tipo di servizio. Nel frattempo, però, affermano gli ex lavoratori “nessuno si sta preparando all’evenienza e, come sempre, parlare di un nostro ricollocamento, o comunque di riaprire in generale le assunzioni: sembra un’eresia”. Eppure dal 1 agosto si è insediata al Ministero del Lavoro la struttura di missione per promuovere i “Centri per l’impiego e la Garanzia Giovani” organismo che si occuperà di individuare e diffondere le migliori pratiche al fine di facilitare l’incontro di domanda e offerta di lavoro e di preparare proposte per la riorganizzazione dei servizi all’impiego. Tale struttura sarà coordinata dal Segretario Generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e composta dal Presidente dell’ISFOL, dal Presidente della stessa Italia Lavoro (!!!!), dal Direttore Generale dell’INPS, dai Dirigenti delle Direzioni Generali del Ministero del Lavoro competenti per materia, da rappresentanti della Conferenza Stato-Regioni, da due rappresentanti designati dall’Unione Province Italiane e da un rappresentante designato dall’Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.

A maggior ragione non si comprende perché non vengano prese in considerazione proprio quelle persone che hanno già lavorato e considerare un loro ricollocamento data la loro esperienza e conoscenza dell’ambiente e della materia.

Il Grillo Parlante

 

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