Alloggi popolari

Detrazioni per alloggi popolari, disinformazione, omissioni, intoppi burocratici.

Ai mille piani di attacco alle classi subalterne, un sindacalismo rivoluzionario intelligente risponde su mille piani. La conoscenza è uno. Conoscenza come possesso e utilizzo di informazioni che aumentano la potenza delle classi subalterne o, se ignorate, le tengono di più nell’ignoranza e nelle ristrettezze.


Prendiamo la L. 80/2014, art 7 commi 1,2.

I titolari di contratti d’affitto in alloggi popolari, usati come abitazione principale, hanno una detrazione ai fini Irpef di € 900 (se il reddito complessivo nel 2015 non supera € 15.493,71) e di € 450 (se è tra 15.493,71 e 30.987,41). Va chiesta alla compilazione del 730 presentando:


A): contratto registrato di assegnazione in locazione di alloggio sociale o dichiarazione dell’Ente gestore che il contratto si riferisce ad alloggio sociale ex D.M. 22/4/2008;
B): autocertificazione che l’immobile è abitazione principale.


E’ un integrazione al reddito di famiglie popolari, dunque. Se si prende la Lunigiana, ad esempio, come laboratorio di rapporti sociali, si vede che nei mesi scorsi, però, è stata fatta campagna di disinformazione, mettendo in giro voce che non c’è detrazione nel 2016. L’anno scorso gli stessi patronati legati ai sindacati “seri” spesso ne erano all’oscuro.

A Venezia, Ater, il gestore delle case popolari, non rilascia dichiarazione che le case che ha in carico sono alloggi popolari. Quindi, non c’è diritto alla detrazione a parità di situazioni in cui la detrazione c’è. Ater e Agenzia dell’entrate si rimbalzano la kafkiana questione se dichiarare o no che le case gestite da Ater sono alloggi popolari. Rimbalzo che va a discapito delle classi subalterne, per ora senza detrazioni e quindi integrazioni di reddito. In Veneto e in Lunigiana burocrazia e burocrati bloccano un trasferimento di reddito e un aumento di potenza delle classi subalterne.

Usi Lel, sindacato di chi lavora in posizione dipendente per un ente locale:
– partecipa alle articolazioni del movimento di lotta per la casa;
guarda con interesse al lavoro sindacale di Unione inquilini, pur notando che quell’associazione è federata ad un’organizzazione di tendenza statalista, seppure rappresentante del miglior sindacalismo di base;
– vede il terreno comunalista come piano privilegiato di controinformazione ed intervento, graduale e diretto, a tutela degli interessi immediati delle classi subalterne e del buon funzionamento dei servizi pubblici.

UNIONE SINDACALE ITALIANA -CARRARA
Sezione Italiana dell’Association Internationale des Travailleurs (A.I.T.)
usientilocali@libero.it

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