Il reato di antifascismo. La digos di Massa all’opera contro gli antifascisti.

Associazione Solidarietà Proletaria
P. dei CARC sez Massa Carrara
Fronte Studenti in Lotta

Ogg. Comunicato stampa

Continua senza ritegno l’opera repressiva e antidemocratica della Digos di Massa contro gli
antifascisti, ormai è assodato che nella nostra città cancellare delle svastiche è un reato mentre
invece non si rischia nulla a farle.
Nel 2006 furono condannati, attraverso l’uso di codici fascisti del ventennio, il presidente
dell’ANPI Ermenegildo Della Bianchina e Marco Lenzoni (membro dell’ASP), “rei” secondo
l’accusa, di aver ricoperto la svastica tracciata sulla lapide in memoria di Salvetti senza dare il
preavviso alla Questura (denunciante ispettore di Polizia Valentini).
Oggi tocca al segretario della FIOM provinciale Alessio Castelli, all’onorevole Emma Cordoni, a
sindacalisti della FIOM, membri dell’ANPI Giovani, dell’ASP, del P. dei CARC e ad altri
antifascisti (12 in tutto), che lo scorso autunno all’indomani dell’ennesimo vergognoso oltraggio
alla figura di Salvetti e alla Resistenza, si recarono tutti insieme partendo simbolicamente dal
Comune per cancellare la svastica tracciata la notte prima sul volto di Salvetti ritratto nel murales
della Resistenza al Pomario.

Nei loro confronti è stato aperto un procedimento giudiziario preliminare che rischia di portare i 12
antifascisti alla “sbarra”.
In questi giorni è stata recapitata infatti a tutti gli interessati una richiesta di proroga del termine di
scadenza delle indagini preliminari presentata dal PM Rossella Soffio che ha deciso di proseguire e
avvallare questa ennesima provocazione antidemocratica.
Proprio nel momento in cui i mafiosi, i fascisti, i razzisti insieme a tutti gli industriali del nostro
paese e ai politici che li rappresentano si apprestano a varare leggi salva mafiosi che accorciano i
tempi processuali, la Soffio invece chiede tempi più lunghi per portare a processo gli antifascisti.
Da una parte si bloccano i processi contro i criminali, i finanzieri, i banchieri, i palazzinari, i
mafiosi, i fascisti e i veri terroristi dall’altra se ne aprono di nuovi contro gli antifascisti.
Questa è la giustizia borghese, questa è la legge “uguale per tutti”!
Questo paradosso mette in luce, se ce ne fosse bisogno, il marciume che nasconde questa nuova
operazione repressiva alla quale la Soffio vuole fare da sponda, la verità è che con questa ennesima
operazione repressiva si vuole colpire i valori e gli ideali della Resistenza e tutti quelli che li
difendono davanti agli oltraggi nazi-fascisti, la stessa verità che si nasconde dietro la montatura
giudiziaria costruita in seguito ai fatti della Partaccia del 25 luglio scorso.
Da una parte la Digos locale ha tollerato per mesi una ronda chiamata SSS che senza nessun
permesso e requisito se ne andava in giro a provocare e ad insultare la città intera, dall’altra non
tollera gesti di civiltà e di spirito democratico da parte dei cittadini che intervengono per ricoprire
gli oltraggi nazisti fatti agli eroi della Libertà.
Il 25 luglio scorso in Partaccia sono stati tollerati i saluti romani e l’aggressione contro un ispettore
della Digos stessa da parte degli squadristi “SSS” (tra questi un maresciallo dei Carabinieri), mentre
quattro antifascisti sono stati arrestati e denunciati.
Perché a processo non c’è il maresciallo dei Carabinieri che ha provocato gli antifascisti in
Partaccia con saluti romani e che ha tirato una sedia contro un ispettore di Polizia?
Perché a processo non ci sono i veri responsabili di quello che è avvenuto in Partaccia ovvero
Maroni, Berlusconi e Benedetti?
Perché a processo non ci sono quelli che tracciano le svastiche sui monumenti della Resistenza?
Quale senso e fondamento democratico può avere il fatto che si tenga un processo unilaterale contro
gli antifascisti da una parte mentre dall’altra i fascisti rimangono protetti e impuniti?
Rivolgiamo queste domande al sindaco Pucci che aveva previsto con largo anticipo i fatti del 25
luglio scorso, all’ANPI di Massa e al glorioso presidente Ermenegildo Della Bianchina, alla Camera
del Lavoro che ha visto la sua sede devastata dai fascisti (anche questi rimasti impuniti), al
segretario della FIOM Alessio Castelli e alla FIOM tutta, all’on. Emma Cordoni, ma anche allo
stesso on. Fabio Evangelisti, che tanto aveva criticato la provocazione delle ronde “SSS”.
Insieme a queste domande rivolgiamo loro l’invito a presenziare al presidio di solidarietà che si
terrà il 27 prossimo mattina davanti al Tribunale di Massa in occasione del processo per i fatti della
Partaccia per dire non alla “giustizia” a senso unico e no al pacchetto “sicurezza” razzista e fascista
di Maroni.
Questa non è democrazia, questo è un regime antidemocratico di stampo fascista!
Invitiamo tutti i lavoratori, i sinceri democratici il mondo dell’associazionismo democratico tutto, i
partiti che si rifanno all’antifascismo e le organizzazioni sindacali a prendere posizione contro
questo procedimento persecutorio, non può esistere giustizia in un paese dove si condanna chi
cancella le svastiche e si lascia impunito chi le fa, chiunque si definisca un sincero democratico
deve ammettere questa verità.
Invitiamo tutti quindi a partecipare alla manifestazione di giovedì prossimo 25 novembre che a
partire dal Palazzo del comune alle ore 17.30 si snoderà tra le vie del centro per cancellare e coprire
la propaganda nazi fascista dai muri delle scuole con manifesti che riportano l’articolo della
Costituzione che vieta il fascismo e la sua propaganda, invitiamo ad unirsi a noi in particolare modo
gli studenti e gli insegnanti democratici, non si possono tollerare svastiche alle entrate delle scuole!
Rivolgiamo lo stesso invito per il presidio che si terrà venerdì 27 davanti al tribunale di Massa dalle
ore 9 alle ore 14 per ribadire che l’antifascismo non è un crimine ma bensì uno dei principi fondanti
della Democrazia.
Chiediamo alla Digos locale, se veramente ci tiene ad avere sempre il preavviso per le
manifestazioni antifasciste, di mettersi d’accordo con i fascisti che tracciano le svastiche, (tanto li
conoscono), in modo da farci sapere tre giorni prima quando queste verranno tracciate sui
monumenti della Resistenza, così facendo potremmo presentare regolare preavviso con tre giorni
di anticipo.

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