I “SOLI DELLA SILA” SULLA PADANIA degli affari
Non brilla il Sole delle alpi sui dettagli rivelati in abbondanza dagli inquirenti intorno alla figura del “direttore sanitario” della “nordissima” ASL di Pavia, Carlo Antonio Chiriaco, nato a Reggio, classe 1950. Emergono invece una quantità di particolari a dir poco agghiaccianti, particolari raccolti nel corso una lunga inchiesta di due Direzioni Distrettuali Antimafia e del PG aggiunto Ilda Bocassini sull’organizzazione criminale calabrese trapiantata nel settentrione italiano. Una specie di piovra con la testa pensante immersa nel sud d’Italia ma con i tentacoli rivolti sempre più in un nord che continua a crogiolarsi nel mito della sua presunta impermeabilità ai fenomeni mafiosi. Un’inchiesta che alcuni vorrebbero far risalire addirittura agli inizi del 2007 fatta di copiosi appostamenti e abbondanti registrazioni che si sviluppa sul terreno più congeniale per gli appetiti mafiosi: le ricche disponibilità di spesa dello Stato. L’ASL della Pavia di Chiriaco in effetti raggruppa e controlla innumerevoli istituti nonché varie attività per un giro d’affari di assoluto rilievo nazionale poiché gestisce 530.000 potenziali pazienti, 160.000 ricoveri, 4.5 milioni di prestazioni farmaceutiche, 10 milioni di prestazioni ambulatoriali e diagnostiche per un budget annuale nel 2008 pari a 780 Milioni di Euro. Quattro sono pertanto gli istituti di ricerca (IRCCS) tra cui la Fondazione Maugeri e il Policlinico S. Matteo, 8 sono gli ospedali, 6 gli Istituti di Cura e numerosi gli ambulatori e le istituzioni sottoposti all’influenza tecnico-politica del Direttore Sanitario Chiriaco incarcerato nell’ambito dell’inchiesta denominata “infinito”.
Ma lasciamo parlare direttamente il capo-zona Giuseppe “Pino” Neri, plenipotenziario per la ricostituenda ‘ndrangheta dopo l’omicidio del capo scissionista Carmelo Novella. Ascoltiamolo in una intercettazione della DDA (fogli 381/382 Trib. Ord. di Milano, mandati di cattura, “Operazione Infinito”) mentre descrive a un suo pari il direttore dell’ASL di Pavia e le sue attribuzioni:
“…una fondazione che ha quattro ospedali sotto a lui presidente. Ha fatto il direttore sanitario qua al policlinico..adesso è andato al Santa Margherita come direttore sanitario da lì è passato come direttore generale dell’ASL sanitario di tutta la provincia, una delle province più grosse d’Italia… come estensione è la più grande d’Italia…ha tutta la provincia sotto di lui. Inoltre politicamente… praticamente decidono tutto a tavolino insomma eh. E noi siamo sempre vicini a lui e lui ci tiene sempre in considerazione… poi fa centomila favori, si è sempre messo nei guai per questo e per quello. Una volta è stato arrestato perché ha fatto un favore a uno là…mamma mia… vi ricordate…inc…quando è stato arrestato? Poi dopo tanto tempo è stato assolto, però è stato pure arrestato insomma eh…E’ molto vicino a me eh…è sempre stato vicino a me…da anni siamo un tutt’uno una fondazione che ha quattro ospedali sotto a lui presidente.
CHIRIACO, L’UOMO GIUSTO AL POSTO GIUSTO
L’attività di questo personaggio decisivo, collegato direttamente e da lungo tempo a esponenti di rilievo della mafia calabra del calibro di Neri – ma anche con quel Cosimo Barranca risultato capozona per il milanese – è in tutto e per tutto l’attività di un sanitario ai vertici della cosa pubblica, lo si ritrova per esempio, agli inizi del 2003 nei dintorni del San Paolo, proprio nel consiglio di amministrazione della sfortunatissima società per azioni “Dental Buiding” SPA. Un esperimento “pubblico-privato”, dove le promesse presentate con affettate brochure dalla fondazione di Luca Tognana, lasciano dopo tre anni di “sperimentazione” il posto a un buco di alcuni milioni di Euro e a una serie di accuse e denunce di incapacità, mala-gestione, favoritismi parentali vicendevolmente scambiate tra socio privato (Fondazione Gesis, Gestione Sistemi Salute) con a capo appunto il Tognana e socio Pubblico Sanpaolino impersonato, all’inizio dell’avventura, dal DG Franco Sala e poi, una volta avvenuto il crack, da Carlo Pampari. Un’esperienza fallimentare che gli scettici davano già scritta in partenza, una vicenda che ha accomunato sullo stesso campo due protagonisti degli avvenimenti del tragico luglio 2010, Pasquale Libri e Carlo Chiriaco, il primo caduto dall’ottavo piano del San Paolo e il secondo arrestato nell’inchiesta anti ‘ndrangheta denominata appunto “infinito”.
Relativamente al ruolo del Chiriaco presso la Dental SPA si è saputo che svolgeva il compito di “rappresentante” della Regione, in un CDA dove erano rappresentati gli attori principali (Ospedale S. Paolo, Università, Regione e “socio” privato). La Regione non poteva scegliere di meglio, circa l’esperienza del Chiriaco in fatto di Odontoiatria poi non vi sono molti dubbi dal momento che, come recitano le carte dell’inchiesta, lo stesso medico sarà destinatario nell’aprile del 2007 di un decreto penale di condanna per abuso della professione medica all’interno di un suo studio dentistico per altro privo di autorizzazione sanitaria… chissà, forse proprio per questo, poco dopo, precisamente il 18 gennaio 2008 leggeremo sulla “Provincia Pavese”, in tempi già sospetti solamente per gli inquirenti al lavoro che “Viene dato quasi per certo l’arrivo di Carlo Chiriaco all’Azienda sanitaria locale di Pavia. Lascerebbe il suo ufficio “corrispondente” all’istituto di riabilitazione Santa Margherita, che fa capo all’Asp dove, peraltro, è rientrato di recente – dopo una breve permanenza come direttore amministrativo prima e generale poi – Maurizio Niutta, anche lui Forza Italia ma poco in sintonia con l’assessore regionale Giancarlo Abelli, stratega delle mosse sulla sanità non solo in provincia di Pavia. Il nome di Chiriaco era circolato anche nei giorni caldi delle nomine al San Matteo. Non è un mistero, infatti, la grande amicizia che lo lega ad Abelli e alla sua famiglia. E con Chiriaco dovrebbe arrivare all’Asl, come direttore amministrativo, Camillo Pietra, di Sant’Angelo Lodigiano, che proviene dall’azienda di Lodi.”
2010: GLI EFFETTI Del parlamento DI indegni
La drammatica estate 2010, irta di scandali politici di ogni tipo, riserba alla Lombardia anche gli incredibili coinvolgimenti dei coniugi Abelli in storie – anche passate in giudicato con sentenza patteggiata – relative a riciclaggi monegaschi di danari sporchi (la moglie) e pesanti sospetti di voto di scambio (il marito). Nel caso della moglie, Rosanna Gariboldi, secondo le risultanze sarà lo stesso Chiriaco, grazie ai suoi uffici e alle sue conoscenze di Direttore dell’ASL di Pavia, ad offrirsi per dare una mano alla donna (già assessore al Personale per Pavia) finita in carcere il 20 ottobre 09 per il riciclaggio monegasco dei soldi del costruttore Grossi. L’incompatibilità con il regime carcerario per problemi di “depressione”, secondo le intercettazioni, sarebbe stata realizzabile con tanto di certificazioni mediche e di appuntamenti sanitari (falsi), grazie agli aiuti offerti dal Policlinico San Matteo facilmente controllato dal Chiriaco per altro già coinvolto nel favoreggiamento di un noto latitante della ‘ndrangheta arrestato alla Fondazione Maugeri di Pavia. Tutto lavoro inutile poiché, come è noto, Lady Abelli fu consigliata a patteggiare alla svelta con la giustizia una pena di due anni con sospensione della pena ma con in aggiunta la confisca di 1,2 Milioni di Euro.
Ci troviamo quindi ai vertici di un malaffare abitato da personaggi come quel Giuseppe Grossi implicato in enormi truffe a spese del pubblico interesse (si pensi soltanto alla vicenda di Milano-city Santa Giulia e alle bonifiche mai fatte), figure che sfilano a braccetto con il fior fiore delle eminenze grigie storiche della sanità lombarda finite, come nel caso di Abelli, direttamente in parlamento alle elezioni politiche del 2008. Insomma nulla di strano se anche Pavia adotta un direttore di ASL prescritto dalla Cassazione dal reato di estorsione, dopo, ovviamente, le due rituali condanne in primo grado e in appello, un Direttore però davvero esperto – a sua stessa detta – nella pratica estorsiva di che ci si può meravigliare ormai?
UN PIATTO SUGLI AFFARI, UNO SULLA POLITICA
Sono circa 130 gli atti intimidatori (roghi di automezzi movimento terra e violenze varie) che secondo la magistratura sono da connettere alle attività mafiose impiantate nel nostro territorio milanese; dei famosi 120-130 miliardi di Euro appannaggio delle attività del crimine organizzato italiano una bella fetta proviene dal Nord o viene in esso investita, ma la capacità di infiltrazione mafiosa è lampante laddove si trovano i soldi pubblici, i tantissimi soldi pubblici da giocare all’asta degli appalti che a centinaia di Miliardi compongono per esempio il bilancio di Sanità, trasporti, pianificazione urbana e viabilità. Nelle intercettazioni pubblicate si parla ovviamente del piatto tutto da riempire offerto da queste grandi occasioni di arricchimento ottenibili piazzando l’uomo giusto al posto giusto, l’altro piatto, ovviamente, è quello elettorale, quello dei voti che servono a piazzare appunto gli uomini giusti nei giusti posti, un piatto che le inchieste in corso riempiono per esempio con i 1.800 voti che lo stesso Chiriaco, secondo l’accusa nei panni del “grande elettore”, si vanta di aver portato alle ultime elezioni amministrative. L’ufficio elettorale, ovviamente, è in via Pirelli n. 27 ed è quello del PdL riferito al sottosegretario alla Regione Lombardia Angelo Giammario (verrà eletto), d’altro canto, sempre in tema elettorale, al “Direttore” dell’ASL di Pavia la magistratura contesta il pagamento di somme di danaro a infermieri sindacalisti in cambio di voti. Penosa ma non inattesa è la vicenda dei 2.000 Euro che Chiriaco, intercettato passo passo dai magistrati, paga a tale Galeppi Cosimo (infermiere del S. Matteo) in cambio di 150 voti. Ma torniamo al piatto dei soldi pubblici.
Per inquadrare meglio quello che è stato pur sempre il “rappresentante regionale” presso la defunta Dental Building SPA ascoltiamo il profilo tracciato nella richiesta di autorizzazione all’arresto del GIP, nel foglio n.28 si legge: Chiriaco Carlo Antonio Direttore Sanitario dell’ASL di Pavia; costituisce elemento di raccordo tra alti esponenti della ‘ndrangheta (il riferimento è rivolto principalmente ai mandatari per il territorio milanese e pavese Cosimo Barranca e Pino Neri) e alcuni esponenti politici; favorisce gli interessi economici della ‘ndrangheta garantendo appalti pubblici e proponendo varie iniziative immobiliari; si presta a riciclare denaro provento di attività illecite degli associati; procura voti della ‘ndrangheta a favore di candidati in occasione di competizioni elettorali comunali e regionali; fornisce protezione a imprese amiche e compie atti di ritorsione nei confronti di imprese nemiche; si mette a disposizione per ogni esigenza sanitaria degli esponenti della ‘ndrangheta e dei loro familiari.
Scorrendo le più di 400 pagine messe assieme dai magistrati che chiedono l’autorizzazione alle centinaia di arresti dell’operazione anti ’ndrangheta della scorsa estate c’è di che rimaner basiti sul conto di un Direttore Sanitario che, a pag. 154, alla voce del predetto documento “i rapporti con esponenti delle istituzioni e della politica” viene così tratteggiato: “…affiliato alla ’ndrangheta e esponente di rilievo del mondo sanitario, a pag. 361 si legge invece: “si pone a disposizione dell’intera organizzazione della ’ndrangheta, e non solo della locale di Pavia”.
Oltre ai citati favoritismi e intrallazzi elettorali nei confronti dei politici potenti della cerchia lombarda sono ben documentati anche casi di aiuti medici a esponenti della mafia calabrese, si trovano abboccamenti per lucrare con certe pompe funebri, estorsioni usura e via dicendo, particolare riguardo hanno gli affari finanziari e le compravendite immobiliari sempre in ambito mafioso. Insomma, quel direttore è anche a suo dire (vedi la nota intercettazione con il povero Libri) un mafioso dalla testa ai piedi, cosa ci faceva e chi l’ha messo in quella posizione di potere è tuttavia la domanda più importante che lo riguardi perché, in realtà, riguarda anche noi tutti. È una domanda destinata a non trovare per ora risposta pratica, non ci facciamo illusioni, ma proprio per questo motivo è una domanda alla quale la risposta già esiste, ed è fin troppo chiara! Una risposta che riguarda la decadenza della politica da basso impero e lo strapotere dell’economia finanziaria su quella etica. Non si tratta di un campanello ma di una sirena d’allarme!
QUESTO è DAVVERO IL NOSTRO SAN PAOLO?
Per i dipendenti del San Paolo l’allarme è inaspettatamente suonato quel triste 19 luglio su un pianerottolo della scala di sicurezza del blocco A, una fine astrusa per un dipendente che di lì a poco sarebbe stato associato ad intercettazioni frammiste di lessici mafiosi e circostanze prima impensabili fatte di presunti boss scampati ad agguati ma in cerca di investimenti immobiliari, di raccomandazioni per parenti di rispetto, di clan ospedalieri su base regionale e via discorrendo; ma poi quei fulminei accenni alla nostra dirigenza contenuti nelle intercettazioni pubblicate, alle sue declinazioni politiche e perfino alle sue ambizioni. Perché proprio un Cosimo Barranca, che con il Neri è ai vertici della ‘ndrangheta del nord, compare nelle conversazioni intercettate a ricordarci che c’è “un cazzu di appalto del San Paolo” con il direttore Amministrativo che ambirebbe a fare il Direttore Generale (foglio 388 richiesta autorizzazioni agli arresti Operazione “Infinito”); e poi ancora, su argomenti analoghi, altro materiale simile che vede protagonista il direttore dell’ASL di Pavia Chiriaco. Si tratta di intercettazioni ambientali del 30 gennaio 2010 sul tema degli scambi elettorali, documenti che compaiono in siti di ONLUS collegati alla magistratura; eccone uno dell’Onlus “Casa della Legalità” rintracciabile all’indirizzo:
www.casadellalegalita.org/index.php?option=com_content&task=view&id=8891&Itemid=144
“poi CHIRIACO dice a NERI di andare a parlare con il direttore amministrativo (sembra Bardolini), Ore 11.44 circa, CHIRIACO “allora il discorso quale….che tra breve incontro BARDOLINI e gli dico ascolta, io sta roba la sto facendo per te, per aiutarti per fare il direttore generale…ti spiego il 31.12.2010 vengono praticamente rinnovate tutte le Direzioni Strategiche di quasi tutta la Lombardia, quindi vengono nominati i nuovi direttori generali, direttore amministrativo ecc, lui ambisce a fare il direttore generale, e l’unico che gli può garantire questa posizione è GIANMARIO…giusto?.., io gli avevo consigliato di .. come dire andare con la LEGA, però lo doveva fare 2 anni fà, ora è tardi, ora anche i Leghisti si stanno attrezzando, perchè moltissimi di quelli che ..inc… sono leghisti, poi hanno capito i Leghisti non hanno personale, non hanno ..inbc…, in ogni caso … io a GIANMARIO gliel’ho già detto, lo faccio perchè LUIGI me lo ha chiesto ecc., ecc., però se questo qua non vede che attraverso di te ci sono i contatti, voti , ecc., ecc., dico poi non è motivato…se tu ti crei in giro la fama di uno che 500/1000 voti, se non ti nomina GIANMARIO, può star certo che ad un certo punto trovi un Leghista che ti ….
– squilla il telefono di CHIRIACO (risponde, e MARCO – si mettono d’accordo per prendere un aperitivo) – riprende il discorso ….allora …questo qui, potrebbe diventare il direttore generale del San Paolo, perché…perchè ad ABELLI non gli interessa più un cazzo di Milano, quindi per non perdere Pavia potrebbe barattarla con la LEGA, allora, potrebbe anche darsi che la LEGA sapendo che questo qua è uno vicino a loro ecc., glielo fà fare in carica a Forza Italia..e dice vabbè.., noi siamo disponibili per esempio rinunciamo ad uno, se al San Paolo và questo no?.., per far questo però devi essere conosciuto come uno che ha voti…, io perchè sono lì, e ho il potere di andare dove cazzo voglio, perchè ormai anche a Milano riconoscono che io ad un certo punto.. valgo da un punto di vista elettorale tot..,no, io a Pavia vengo accreditato di 1500 voti, in tutta la Provincia, quindi di fatto sono il più grosso elettore che c’è in questa Provincia…., allora se noi riusciamo a fare a percepire a quello là, NERI …inc…CHIRIACO …no, lui deve essere il referente vostro…senza passare da me, perchè è su Milano, e se lui…e sennò ad un certo punto non cambia un cazzo lui, capisci, perchè dice che i voti sono sempre di CARLO, e che cazzo …inc…la cosa che lui non capisce è proprio questa, è lui che deve diventare visibile agli occhi dei vari COLUCCI, di quelli che hanno aspirazioni anche future, di prendere voti, lui deve apparire come uno che ha 500 voti, almeno, io gli ho messo …CUBA SERVICE a disposizione attraverso …inc…., è chiaro che quando lui deve fare una cortesia, va bene, deve essere disponibile, per questo va bene LIBRI, perchè lui sà come trattare…”
Pare proprio che gli stessi temi periodicamente trattati chissà quante volte all’ora del caffè dai dipendenti del San Paolo siano appannaggio di ben altri personaggi e per scopi che non siano quelli del consueto chiacchiericcio sul rinnovo dei mandati dei vari Direttori, questo con in aggiunta non più un appalto piuttosto che un altro, ma una vera e propria trattazione di tecniche e situazioni elettorali che si rifanno alle parrocchie e alle cappellette votive all’ombra del PDL, luoghi dove si incontrano i soliti inossidabili immancabili ex socialisti, magari con i loro computer zeppi delle note del dare avere che li eleva da decenni a divinità dei postulanti.
Ora qualcuno si domanderà a questo punto cosa faranno in Regione alla fine dell’anno o anche prima, magari per salvarsi dalle magre figure estive di questo incredibile 2010 o per cercare responsabili da mandare al macello; di solito, in simili casi, cadono le teste delle prime file, ma poi, cosa ne seguirà? Al San Paolo non siamo nuovi a simili situazioni, che, vorremmo aggiungere, hanno prodotto in passato pessimi esiti.
NUOVE STRADE PER NUOVE PISTE?
Rimane intanto in essere l’inchiesta che ha visto gli inquirenti recarsi spesso in un San Paolo dove si indagano i legami con la Pavia di Chiriaco, visite presumibilmente in cerca di appalti e riscontri magari legati anche alla sicurezza carceraria, la convinzione che proprio dal nostro ospedale possa “aprirsi una pista destinata a portare altrove” non suona propriamente come la migliore pubblicità per il nostro ospedale finito proprio in questi modi sulla stampa. Certo fa effetto vedere un giornale nazionale, a distanza di 7 anni, riconoscere, come recita il Corriere della Sera, a fianco riportato, l’esistenza “del più fallimentare progetto della sanità lombarda degli ultimi 10 anni: il Dental Building”. Infine, proprio relativamente al “palazzo dei denti” una domanda che rode da un pezzo come un tarlo di notte: ma chi incassa da un decennio i fitti? Non è detto che il Dental e magari anche la vicina palazzina che ospita tra gli altri gli approvvigionamenti ospedalieri sia stato o sia ancora per qualcuno di speciale più di un bell’affare, ma per chi? Sulle quantità economiche dei fitti e su quanto era già emerso nel 2005 rimandiamo al Paolaccio n. 24 dove si scopre che la società proprietaria delle palazzine site in via Beldiletto e in Viale Famagosta 46 è una certa Sportinvest, ovvero, come è stato detto, la famosa, “società dei calciatori”, eppure basta farsi un giretto si Internet per scoprirne di tutti i colori relativamente a questo fornitore di servizi pubblici ospedalieri come i nostri. Insomma, vediamo un po’ cosa ha da dire in proposito il Corriere della Sera di qualche tempo fa, ovvero di quando era ancora in vita la “Dental Building SPA” e auguriamoci che nulla sia vero perché sarebbe veramente il colmo. Va bene la ‘ndrangheta, ma scoprire che il SSN della verde Padania dia da mangiare anche a certi “colleghi” della Campania… Sta a vedere che ogni parrocchia, in quest’Italia che l’unità la fa a modo suo ha davvero il suo santo.
La morale? Certo che, i “governatori a vita” che hanno inventato un affare come la Dental SPA ricordano davvero gli imperatori romani, anzi, l’impero: quello basso.
Non per fare polemica, ma se dovessimo applicare con le dovute proporzioni i provvedimenti disciplinari nei confronti dei pubblici dipendenti “normali”, quelli così cari alla propaganda di Brunetta tanto amata dai parlamentari della destra di Berlusconi, cosa mai si dovrebbe fare ai politici e agli amministratori che diedero vita a quella SPA che, come recitò il defunto DG Franco Sala il 12 ottobre 2002, vedeva “Oltre all’Ospedale San Paolo, due partner assolutamente importanti che sono da un lato l’Università che ovviamente partecipa, insieme all’Ospedale, anche alla sperimentazione di questo modello gestionale; e poi il socio privato che abbiamo individuato attraverso una lunga procedura di evidenza pubblica con tutte le caratteristiche che queste cose devono avere”…
E L’AMMINISTRAZIONE?
Una volta appurato che le sanzioni disciplinari riguardano sempre e solamente i malcapitati del Comparto con le loro errate e criminose timbrature, alcuni si chiedono che cosa mai abbia detto l’amministrazione riguardo alle rivelazioni giornalistiche, alla straordinaria mole di intercettazioni apparse in ogni dove sul WEB, ai sigilli apposti alle porte di alcuni uffici, alla presenza, piuttosto ingombrante, degli inquirenti in ospedale oltre ché, naturalmente, alla cruentissima fine del povero Pasquale Libri.
Per quel che ne sappiamo, a quasi tre mesi dall’inizio dell’operazione “infinito” e quindi dalla conseguente ondata di arresti l’amministrazione ha prodotto un comunicato, questo, rilasciato all’Agenzia Giornalistica Italia:
AGI) – Milano, 22 lug. – L’Amministrazione dell’Azienda Ospedaliera San Paolo afferma in una nota “di non essere mai stata ne’ di essere a tutt’oggi al corrente di presunti rapporti illeciti del signor Pasquale Libri, il quale aveva con l’azienda un rapporto di lavoro come Funzionario amministrativo e non, così come riportato su alcune testate, come Dirigente Aziendale”.
Comportamento di Libri a parte, è chiaro che ai vertici del San Paolo premeva sottolineare la non appartenenza alla Direzione Aziendale del “funzionario” caduto 3 giorni prima dalla scala di sicurezza del blocco A dell’ospedale. Libri, insomma, era solamente un funzionario, non, come avevano scritto i giornali, un dirigente degli approvvigionamenti. Terminata la pausa estiva è del sindacato SDL l’iniziativa di rendere pubblico il volantino avanti riprodotto recante sul diritto il testo di una delle intercettazioni riguardanti il DA e, sul rovescio la copia dell’articolo del Corriere della Sera apparso il 19 settembre sulla “Chiriaco connection” pavese, un pezzo che non aveva molti riguardi nei confronti del nostro DG proprio mentre sul web era facile imbattersi in commenti e appunti sui suoi famigliari più stretti, il figlio, eletto consigliere al Comune di Pavia nonché la moglie, un tempo risultata solamente in predicato per formare una società con personaggi come la già citata faccendiera moglie di Abelli nonché la moglie del Direttore della nota Clinica degli orrori, la Santa Rita di Milano.
Sta di fatto che è l’11 ottobre, proprio al tavolo di trattativa, il luogo dove l’amministrazione per la prima volta parla, sia pure in ambito ristretto, delle note vicende estive a una RSU che si aspettava invece la convocazione sui temi pressanti espressi nelle assemblee generali di settembre e ottobre (fascia per tutti, precari, part time, mensa).
In effetti la “convocazione”, per la verità senza odg., è stata improntata all’autodifesa dell’operato della Direzione Strategica che tra l’altro ha lamentato la pubblicazione del volantino di USB/SDL già menzionato. L’estraneità alle vicende riportate dai giornali, compresi l’appalto a cui evidentemente si è alluso nelle intercettazioni riportate abbondantemente un po’ ovunque coinvolgendo il DA, ha quindi suggellato la presa di posizione del gruppo dirigente. Il tavolo, che vedeva anche la presenza di Rappresentanti Provinciali, ha accolto senza particolari commenti la professione di estraneità ascoltata.
A chiare lettere il Direttore Generale, ha professato al tavolo un ruolo passivo sin dagli inizi della vicenda Dental SPA che, ha ricordato, disponeva di sede legale diversa da quella del San Paolo. Nemmeno nei riguardi della figura del Presidente del CdA della disastrosa Dental SPA a conduzione definita svantaggiosa, se non truffaldina, il nostro attuale DG ricorda di avere disposto di capacità di nomina, anzi… Concludendo il suo intervento il DG ha ricordato il suo “reintegro”, a cose ormai avvenute, nella rediviva Clinica Odontoiatrica risorta, appunto, sulle fumanti ceneri della Dental SPA, correva ormai il dicembre del 2005 e da definire rimanevano, tra gli altri, le posizioni dei dipendenti “privati”, successivamente integrati presso il San Paolo tramite assunzione in seguito a vertenza sindacale.
L’USI, contraria alle censure di ogni tipo ha dal canto suo ha ricordato una vicenda utile da chiarire per il bene di tutti, quella della società che incassa i fitti delle palazzine di Beldiletto e Famagosta, la già citata Sportinvest, appunto. Una vicenda che i meno smemorati rammenteranno come tutt’altro che nuova…
LA MORALE: IL DIRITTO è MEGLIO DEL ROVESCIO
Arriviamo infine all’autunno, tutto procede come vuole la logica consacrata, i quotidiani si interessano ampliamente proprio delle sedie di DG da spartire giunte in scadenza il 31 dicembre 2010 – le poltrone da riempire nuovamente tanto citate dai mafiosi nelle intercettazioni pubblicate – magari sottolineando il raddoppio delle pretese leghiste e soppesando gli influssi negativi patiti dai politici professionisti come Abelli o dai direttori a vario titolo implicati o toccati dell’inchiesta sulla mafia calabrese a Milano e dintorni.
Puntuale come sempre la lotta per il potere, compreso quello di dirigere i giganteschi flussi di denaro della sanità lombarda, arriva al dunque, ci arriverà questa volta, ma non è certo la prima volta, con qualche tonnellata di fango sul groppone e, purtroppo, con la morte di un collega in più. Una lotta “in famiglia” guerreggiata nei grattacieli di quel personaggio investito “a vita” di quella “governance” che solo a sentirla fa ridere i polli. Un prescritto retroattivo a vita come Berlusconi che investe, sempre a vita, un governatore che i leghisti vorrebbero a Roma a fare il deputato, o magari il ministro, tanto è uguale, basta che se ne vada fuori dalle palle, dopo 15 anni… che tristezza, non è vero? Ma che gridano, che dicono, chi denunciano, ma quale onorabilità hanno da vendere che per il solo fatto di mettere le scarpe nei loro partiti affaristici ci si dovrebbe poi disinfettare le suole. Centrali di pilotaggio dei soldi, null’altro. Posti da dove, guarda caso, nascono le prediche contro i fannulloni, eppure se si dovesse scegliere tra un nullafacente da mantenere e un ladro patentato da foraggiare, beh: meglio quello meno pericoloso!
È il vuoto il vero protagonista della corruzione, e ci riempie di nostalgia il solo pensare agli spessori umani dei padri costituzionali se confrontati a quel Berlusconi che in data 13 ottobre manda un messaggio alle camere dal titolo “bravo Cossiga per le picconate alla Costituzione”: i peggiori si abbracciano sempre tra loro. Il meglio? Sono i diritti l’autentica nostra grandezza, torniamo a parlare di diritti, l’unica cosa che non può essere appaltata è quella che ti dà lavoro per diritto e non per la grazia di qualche strano direttore dell’ASL.