Giù le mani da Corridoni!

8SedutoTra le varie ricorrenze di quella orrenda mattanza che fu la prima guerra mondiale ricorre oggi (23 ottobre) il centenario della morte di Filippo Corridoni. Morte orribile che a chi ora lo esalta probabilmente non piace ricordare. Il corpo del sindacalista marchigiano non fu mai ritrovato. Di certo ridotto a pezzi da qualche bomba o granata e poi marcito tra il fango e le rocce sgretolate del Carso, ma anche tra il sangue, i liquidi corporei, le ossa di commilitoni e nemici come lui accoppati in una guerra imperialista e orrendamente cruenta e barbara.

Diverse organizzazioni ricordano, rivendicano e tentano di appropriarsi della figura di Corridoni celebrando esclusivamente il suo ultimo anno di vita, che lo ha visto impegnato nel campo dell’interventismo, non riflettendo su tutta una vita di attivissimo agitatore sindacale rivoluzionario.

La storia è materia complessa, va maneggiata con cura per evitare banalizzazioni ed errori. Il “nostro” Corridoni attraversa da protagonista anche le lotte operaie di inizio ‘900, gli scioperi agrari come quello di Parma, l’uscita dalla CGdL riformista per fondare l’Unione Sindacale Italiana, periodi detentivi, ecc. Del resto, è noto che non tutti gli interventisti nella prima guerra mondiale furono nazionalisti e patriottardi, ma, a nostro avviso sbagliando drammaticamente, ci furono coloro i quali diedero alla guerra un valore di possibile sviluppo rivoluzionario. Corridoni fu tra questi, e fu proprio questa sua posizione a far sì che venisse allontanato dalla nostra organizzazione.

Ulteriore importante considerazione che ci ha mosso alla stesura di queste righe è l’appropriazione del “mito” Corridoni operata dai fascisti di ieri e di oggi, che è un vero e proprio oltraggio storico: non solo perchè egli morì evidentemente ignaro del regime di Mussolini (quest’ultimo già nel 1914 additato a nemico del popolo da parte del nostro), ma proprio per la sua vicenda politica Filippo Corridoni appartiene, con tante luci e la grossa ombra dell’ultimo anno di vita, alla storia del proletariato e alle sue lotte, di cui fu una delle figure più significative nell’Italia dell’epoca. Ricordiamo ancora come la Camera del Lavoro parmigiana nel 1922 in mano a sindacalisti ‘corridoniani’ insieme ad arditi, anarchici e tutti gli antifascisti costrinsero alla fuga le squadracce di Italo Balbo che avevano occupato la città emiliana.

Il fatto che fascisti, post-fascisti o neofascisti si possano appropriare senza colpo ferire di questa figura è insostenibile non solo per la scorrettezza storica, ma anche perché a farlo sono soggetti che nulla hanno a che fare con la pratica di Corridoni e del sindacalismo rivoluzionario.

 

Unione Sindacale Italiana – sezione di Gorizia-Monfalcone

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