E OGGI PARLIAMO DI CALCIO

 

E’ pacifico che il calcio è lo sport più bello del mondo,anche se questo sport oggi è rutilante di lustrini e di ‘pailletes’ e squadre anche prestigiose sono ormai proprietà di fondi d’investimento che potremmo definire eufemisticamente di ‘dubbia provenienza’. Tuttavia, anche per contrastare questa tendenza esitono club , valga pre tutti il ‘Sankt Pauli’ di Amburgo , i cui tifosi si recarono ad accogliere i migranti alla stazione di Amburgo e la domenica alzarono in curva lo striscione con la scritta ‘Welcome Refugies’ , squadre che intendono il calcio come uno sport collettivo e popolare , visto che esso non acaso nacque nei bacini carboniferi e nelle fabbriche inglesi durante la rivoluzione industriale. Esistono anche squadre minori che intendono il football come uno sport dove la lealtà, il rispetto dell’avversario si uniscono all’antirazzismo e all’antifascismo. In Toscana conosciamo lo Spartak , una squadra di comunisti di Massa, la Dynamo di Pistoia , la Trebesto (nome che significa ragazzaccio) di Lucca e esiste ancora una squadra di calcio a sette ‘La banda dello zoppo’ di Certaldo chiamata così in onore e in ricordo della famiglia

Scarselli , barrocciai anarchici che si opposero tra i primissimi , armi in mano alle squadracce  fasciste che devastavano negli anni ’20 la Toscana. Noi personalmente abbiamo ottimi rapporti, grazie soprattutto a Corrado con i ‘Rude Boys’ , una squadra di Firenze e con il ‘Centro Storico Lebonski’ .Vi consiglio di guardare il video che presenta questa squadra formata da meravigliosi fuori di testa. basta vedere le loro spettacolari entrate sul campo di gioco. Quella di seguito è la cronaca di Gianmaria Lenelli che dello Sparta è uno degli animatori,di una domenica particolare e di un’altrettanto particolare partita di calcio. Eh si, perchè piaccia o meno, anche su un campo di gioco .perso tra le Alpi Apuane esiste la possibilità di uno scontro sociale, culturale e politico che ormai attraversa tutti i territori di questo sgangherato paese che è deventato oggi l’Italia

MONTAGNA S. – SPARTAK 2-2
Bertaccini (2)

OGGI NON RACCONTIAMO UNA PARTITA DI CALCIO

Premessa n. 1
In questi anni abbiamo cercato di crescere insieme alla squadra, portandola ad evitare comportamenti sopra le righe e invitando i giocatori a tenere un comportamento irreprensibile (a onor del vero non sempre ci riusciamo, ma la crescita è obiettivamente soddisfacente). Allo stesso tempo come tifoseria cerchiamo di non attaccare l’arbitro, né tantomeno i tifosi avversari, dai quali piuttosto abbiamo spesso ricevuto complimenti e attestati di stima (anche in questo ambito non sempre ci riusciamo ma possiamo essere soddisfatti dei miglioramenti).

Premessa n. 2
Alla luce di quanto detto sopra, le 4 espulsioni ci amareggiano ed il comportamento di alcuni giocatori merita senza dubbio una reprimenda decisa che provvederemo a fare e un necessario mea culpa. Laveremo i panni sporchi in casa.

Detto questo i fatti accaduti oggi a Minazzana sono molto gravi esulando perfino gli aspetti sportivi.
Prima e fondamentale cosa: tutto è scoppiato a causa degli insulti razzisti che una parte degli spettatori locali hanno rivolto ad un nostro giocatore di colore. “Negro di merda” è stata la scintilla che ha fatto scoppiare il putiferio che poi ha dato vita alle espulsioni. La reazione del ragazzo è stata comprensibile mentre gli autori delle frasi hanno mostrato una doppia codardia allorché hanno negato, mentendo spudoratamente. Lo si sa, i razzisti oltreché coglioni sono profondamente pavidi.
Ma questo non è affatto tutto. Anche una parte dei giocatori in campo si è distinta in una continua e vergognosa provocazione costante (dal “comunisti di merda” al “figlio di puttana”, un crescendo di frasi che ovviamente si guardavano bene dal far sentire alla nostra parte di pubblico): senza stolte generalizzazioni abbiamo incontrato razzisti, sessisti e conigli, in campo e sugli spalti. Appunto non vogliamo generalizzare ed apprezziamo chi ha cercato di stemperare gli animi. Come siamo pronti a riconoscere alla dirigenza della squadra locale di aver tenuto un comportamento irreprensibile e positivo.

I fatti di oggi ci dicono molte cose e meritano una riflessione collettiva. La faremo e sicuramente la condivideremo con tutte e tutti coloro che ci vogliono bene e che pensano, con noi, che questa società è irriformabile e deve essere abbattuta. Resta tuttavia l’amarezza e la rabbia. Dare una progettualità a questa rabbia è da sempre il nostro compito: non lo scalfirà di certo il comportamento di 5 razzisti, fuori e dentro il rettangolo di gioco.

Lorenzo per USI-CIT Lucca

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