Conti comunali in rosso? Ma che strano!?


I conti comunali tendono al rosso, quasi ovunque. Si lamenta i mancati trasferimenti dallo stato, ma che dire della ricchezza estratta dal territorio e incanalata verso pochi? A Marina di Carrara, frazione in bilico tra turismo e industria, è avvenuto un’altro esproprio di ricchezza collettiva. Mezzo: una società per azioni (AREA spa) partecipata da enti locali e da Porto di Marina Spa, società a sua volta formata, tra l’altro, da spedizionieri e da un grosso armatore. Scopo della società: intervenire nella logistica; costruire un interporto, collegando il porto di Marina di Carrara (piccolo, a metà costa tra i grandi porti di La Spezia e Livorno) alla zona industriale apuana. E, manco a dirlo, creare occupazione. Protagonisti dell’operazione un gruppo di tecnoburocrati, cioè quella classe che basa il suo potere non sulla proprietà, ma sulla funzione. E’ la funzione che li porta ad esercitare un dominio. Si tratti di gestire il disastro ambientale e occupazionale della zona apuana, la cassa integrazione in deroga, le bonifiche, o firmare e gestire un accordo di programma per la reindustrializzazione, presentato come un successo. Dopo aver vinto, per ora, la lotta di classe nel porto (vedi su LdC n.130 del 18/10/2013 “Marina di Carrara: lotta di classe al porto” pag. 6), la “ricchezza” è stata creata sulla terraferma, nell’area retro portuale, per mezzo di alchimie societarie. E’ un fatto che sia stata realizzata una struttura di mq.220.000 di cui 40.000 coperti. Perché però AREA spa (in cui sono presenti gli enti locali per il 51%) rinuncia alla gestione diretta e affida la struttura alla Porto Spa, per un basso affitto? I contratti di affitto negli anni restano invariati, anche se poco dopo uno dei rinnovi, Porto spa stipula a sua volta un contratto di subaffitto molto vantaggioso con il gigante industriale Nuovo Pignone (General electric) da anni insediato a Massa. Perché AREA spa non ha sottoscritto direttamente il contratto di affitto con Nuovo Pignone? E’ qui che si è creato un danno erariale: i soldi dell’affitto che dovevano entrare nella casse di una società mista, in cui sono presenti gli enti locali, ed essere riutilizzati dagli enti locali a favore della collettività che essi rappresentano, sono rimasti alla Porto spa, struttura privata. Per svista. Per calcolo politico forse, dato che da anni le amministrazioni locali ritengono che le imprese (non chi lavora) creino ricchezza, quindi privilegiano le imprese. Nonostante la smentita dai fatti perché la ricchezza, ad es. quella che nasce nelle cave di marmo o nella gestione del territorio, si concentra nelle mani di pochi tecnoburocrati. C’è da notare che tra Porto spa e AREA spa c’è stata un’alternanza degli amministratori, che erano gli stessi. Quali controlli incrociati, denunce ci potevano essere? La tecnoburocrazia difende se stessa.

 

Sapere, capire, denunciare è solo un primo passo per riprendersi la ricchezza di tutti.

 

Usi Lel Comune Carrara usientilocali@libero.it

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