USI-CIT dell’Istituto Sacra Famiglia di Milano – Comunicato 26 luglio 2019

Gravi atti discriminatori della Direzione Aziendale dell’Istituto “Sacra Famiglia” nella trattativa aziendale.

Durante l’incontro tra la Direzione Aziendale della ISF e le Rappresentanze Sindacali convocate per questa mattina (22/7/19) nell’azienda della struttura ospedaliera si sono verificati atti discriminatori che vogliamo denunciare.

Una ventina di lavoratrici dipendenti si sono presentate all’incontro con la volontà di assistere alla trattativa, preoccupate perchè l’azienda sta spingendo per ottenere ulteriori sacrifici per i propri dipendenti, continuando nella logica dell’ultimo accordo ponte sottoscritto, con la contrarietà di USI, Cobas sanità e Fials, che per tre anni ha penalizzato economicamente i dipendenti della struttura ospedaliera.

Ma la Direzione Aziendale si rifiutava di entrare per dare inizio alla trattativa, perché contraria alla presenza di tale delegazione. Nella sala dell’incontro si è acceso un confronto su tale presenza che si è protratto per circa un’ora. Alla fine la delegazione delle lavoratrici a malincuore è uscita di fronte alla minaccia che sarebbe saltata la trattativa stessa.

Quando, però, è entrata la Direzione Aziendale ha posto come condizione per continuare la trattativa quella dell’allontanamento della Rappresentanza esterna dell’ USI, precisando che era ammessa solo la presenza degli eletti nelle varie liste, tra cui quella USI, e di Rappresentanze sindacali territoriali esterni firmatari dei contratti. Un grave passo indietro rispetto a una precedente trattativa in cui la Rappresentanza esterna dell’USI era stata ammessa.

E’ da evidenziare che nel frattempo è cambiata la composizione della Delegazione Aziendale e questa volta era stato fatto, brutto segnale, esplicito invito alle Rappresentanze sindacali confederali esterne ad essere presenti.

Tale atteggiamento lo denunciamo come un grave atto discriminatorio, sicuramente anche conseguente alla resistenza interna che il sindacato USI sta esercitando su tutti i fronti.

Va anche considerato quello che negli ultimi tempi sta avvenendo più in generale negli ospedali di San Carlo e San Paolo dove si sta facendo la guerra alle rappresentanze dei sindacato di base, in particolare all’USI, con l’obbiettivo esplicito che la stessa rappresentanza delle RSU venga scavalcata per arrivare a trattare direttamente con le rappresentanze sindacali esterne dei confederali e sindacati autonomi, cioè con quelle segreterie regionali. Quindi è in corso una manovra complessiva per arrivare a trattative conclusive con quei sindacati più condiscendenti ed arrendevoli per accordi di svendita. E’ per questo che consideriamo un grave campanello di allarme, oltre che ad una discriminazione insopportabile, atteggiamenti come quelli dimostrati oggi dalla Direzione Aziendale della ISF, alla quale infastidisce la presenza nella trattativa di una delegazione spontanea di lavoratrici e di una Rappresentanza esterna dell’USI. Questi atti discriminatori non fanno altre che rafforzare la nostra volontà a reagire con i metodi necessari e nelle sedi più opportune.

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