COME TOPI NELLA NOTTE…

Come i topi di notte escono dalle fogne, fautori e artefici della TAV Torino-Lione sono rispuntati fuori, in silenzio, per avviare i lavori della “grande opera” che, se attuata, devasterà la Val Susa.
Il blocco di interessi che sostiene il TAV sta infatti rilanciando l’iniziativa per imporre la costruzione del treno ad alta voracità. Questi signori si sentono oggi forti, governo nazionale e locale, grandi mezzi di comunicazione, partiti di governo e di “opposizione” si schierano a favore di un progetto caratterizzato da un costo spaventoso e da un altrettanto spaventoso impatto ambientale.
D’altronde è questa la vera ragione della mobilitazione del blocco tavista: privatizzare i beni comuni, appropriarsi di ricchezza pubblica, garantirsi enormi profitti a spese della comunità.
Un progetto tanto semplice quanto sciagurato, per realizzare un’opera inutile e devastante.
Come ladri nella notte, ma con una scorta che di norma i ladri non hanno a disposizione, i tavisti hanno installato a Susa una seconda trivella, visto che l’installazione della prima è bloccata dal movimento NO-TAV e, consapevoli dell’opposizione della popolazione, lo hanno fatto con la scorta di 1500 uomini delle forze dell’ordine.
Immediatamente è stato organizzato a Torino un primo presidio in Via Verdi davanti alla sede RAI e, soprattutto, è cresciuta la mobilitazione in Valle dove il presidio ha visto l’affluire di molte cittadine e di molti cittadini, è stata bloccata l’autostrada, vi sono stati scioperi studenteschi ed è stata fatta una grande manifestazione sabato 23 gennaio. Nessuno se lo sarebbe aspettato: completamente fuori dalle logiche di partito, di farse pre-elettorali, di sindaci e timonieri comprati dal miglior offerente sono scese in piazza 40.000 persone. Alla faccia della ridicola rappresentazione teatrale del SìTav, dove i padroni del vapore si sono dovuti “stipare” in una sala, a detta dei presenti, con non più di 500 persone. Loro sì che sono democratico-popolari!
Se il governo sostiene a prescindere le operazioni di carotaggio, facendole “scortare” da reparti della polizia, nonostante la forte opposizione da parte della popolazione della Val di Susa, siamo comunque convinti che il movimento NO-TAV non si farà certo intimorire.
Rileviamo inoltre il disgustoso comportamento di importanti dirigenti della CGIL (Gianni Pibiri, segretario per il Piemonte della Fillea CGIL tanto per fare un nome), che calunniano e attaccano il movimento anti TAV, sostenendo vergognose falsità su presunte aggressioni agli operatori delle trivelle. Questi personaggi, se realmente fossero interessati alla salute ed al benessere dei lavoratori, dovrebbero occuparsi dei tanti morti nei cantieri, non ultimi quelli del TAV.
Come se non bastasse, quando ancora non si era spento l’entusiasmo per la grande manifestazione che ha bloccato la valle, ecco rispuntare, puntuale come un orologio nella notte tra sabato e domenica, la mano incendiaria. Dopo il fallito attentato di sabato scorso contro il presidio di Bruzolo, tornano gli ignoti attentatori contro l’altro presidio storico del movimento, quello di Borgone, una bellissima casetta di legno costruita dopo le vittorie del 2005. La firma del nobile gesto, varie scritte inneggianti al “SìTav”.
Come in tempi di un recente passato, le logiche del profitto vengono sostenute da apparati dello Stato, sempre nascosti, ma non per questo meno riconoscibili, dediti a criminalizzare, a terrorizzare, ad isolare, coadiuvati da servi armati di penna, ma non per questo meno pericolosi.
La lotta del movimento NO-TAV è importante per tutti noi perché porta con sé un’idea di convivenza diversa tra le persone, contro le logiche dello sfruttamento capitalistico: pensare che di lì rinasca una nuova resistenza generale è forse un’utopia, ma che in quei luoghi sia rinata la possibilità di pensarlo e di praticarlo è cosa indubbia. E per tempi in cui viviamo non è cosa da poco.
USI-AIT Liguria

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