Ciascuno faccia i conti con le proprie responsabilità

In questi giorni da parte di USI Sanità dell’Istituto Sacra Famiglia è stato inviato all’Ispettorato del Lavoro di Milano l’impugnazione del “Contratto Integrativo Aziendale ” sottoscritto dalla Fondazione unitariamente alle RSU e a Cgil – Cisl – Uil – ADL per invalidarne l’ attuazione, con l’adesione di 117 dipendenti , adesioni raccolte nelle difficoltà imposte della situazione pandemica presente. E’ un ricorso al tentativo di conciliazione, come previsto dall’art. 410 CPC, in cui si chiede la celere fissazione della data di convocazione delle parti . Questa è una iniziativa che non sostituisce , ma si collega alla causa legale promossa da circa 60 dipendenti della Sacra Famiglia, tramite USI Sanità e Cobas Sanità, in cui si contesta l’illegittimità dell’operato dell’Azienda che ha imposto ai dipendenti con contratto Aris il passaggio a quello Uneba , con conseguente riduzione di diritti acquisiti sia normativi che retributivi. La causa legale, che ha avuto la prima udienza il 28 settembre, è stata rimandata dal Giudice in seconda udienza al 10 novembre 2020 che andrà a de libera se non ci sarà accordo tra le parti in causa. E’ importante sottolineare che in caso di esito positivo delle azioni legali messe in campo ne potranno beneficiare successivamente tutti gli altri dipendenti interessati. Tutte queste azioni legali messe in campo sono, in questo momento, l’unica possibilità di contrastare efficacemente l’azione devastante della Direzione Aziendale dopo che è stato sottoscritto quel famigerato “Contratto Integrativo Aziendale”, in piena emergenza Covid, mentre si stavano firmando in altre aziende contratti migliorativi bloccati da 14 anni. Un “accordo” che ha rotto l’unità delle lavoratrici e dei lavoratori, decisa nelle Assemblee Generali e promossa con lotte di successo, l’unica via maestra per respingere l’attacco ai nostri diritti acquisiti da parte della Direzione Aziendale.

Ci uniamo a tutte quelle voci che in questi giorni hanno espresso la loro protesta e la loro indignazione per il modo, non brutto, ma pessimo con cui l’Istituto della Sacra Famiglia sta gestendo questa seconda e pesante ondata Covid, come se i drammi accaduti nella prima ondata non avessero insegnato niente . Lo testimoniano i gravi focolai infettivi, tra i dipendenti e tra i degenti, soprattutto dove l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori è più gravoso. Ma l’indignazione espressa da parte dei sindacati firmatari ci sembra più “il pianto del coccodrillo”, perché con quell’accordo si sono resi complici del peggioramento delle condizione di lavoro, soprattutto da parte di quei turnisti che sono stati costretti ad aumentare l’orario di lavoro.

Unione Sindacale Italiana Sanità USI CIT Cesano Boscone 6/11/2020

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