‭ ‬Accordo sulla Rappresentanza Sindacale:‭ ‬come una corda al collo

E‭’ ‬una vera e propria corda al collo quello dell’accordo siglato fra Cgil,‭ ‬Cisl,‭ ‬Uil e Confindustria sulla Rappresentanza Sindacale il‭ ‬31‭ ‬maggio‭ ‬2013,‭ ‬dove l’autorganizzazione e la conflittualità è stretta ad un cappio che impedisce muovesi contro‭ ‬le regole‭ ‬imposte.
‏ ‎L’aspetto principale dell’accordo è quello che per esercitare il diritto alla Rappresentanza Sindacale si deve sottoscrivere l’accordo stesso.

La conseguenza immediata è che i contratti collettivi nazionali di lavoro,‭ ‬e conseguentemente anche gli accordi di categoria ed aziendali,‭ ‬approvati dalle Organizzazioni Sindacali che rappresentano il‭ ‬50%‭ ‬+‭ ‬1‭ ‬saranno‭ “‬efficaci ed esigibili‭”‬,‭ ‬cioè vincolanti anche per tutti i soggetti sindacali sottoscrittori del Patto e che‭ “‬si impegnano a dare piena applicazione e a non promuovere iniziative di contrasto agli accordi definiti‭”‬.‭ ‬Quindi è vietato promuovere iniziative di lotta,‭ ‬quale lo sciopero,‭ ‬che contrastino contratti e accordi approvati con le modalità di cui sopra,‭ ‬altrimenti si incorre in sanzioni stabilite nei stessi contratti di categoria.

Ai sindacati sottoscrittori del Patto verrà misurata la consistenza della rappresentatività‭ ‬incrociando i dati‭ ‬ “fra le percentuali degli iscritti‭ ‬( dedotti dalle ritenute in busta paga‭) ‬e le percentuali dei voti ottenuti nelle elezioni delle RSU con un peso pari al‭ ‬50%‭ ‬per ognuno dei‭ ‬due dati‭”‬.‭ ‬Va considerato,‭ ‬a tale proposito,‭ ‬che nel settore privato spesso le aziende rifiutano la ritenuta‭ ‬sindacale in busta paga,‭ ‬conseguenza del referendum dei radicali vinto nel‭ ‬1995,‭ ‬garantita solo alle organizzazioni sindacali firmatarie dei CCNL.

Per poter partecipare alle contrattazioni collettive nazionali,‭ ‬oltre ad essere sottoscrittori del Patto,‭ ‬dovranno avere il‭ ‬5%‭ ‬di Rappresentanza determinata dalle modalità di cui sopra.‭  ‬  

I delegati eletti che cambiano sindacato di appartenenza decadono,‭ ‬cosa che fin’ora non avveniva.

S’introduce in questo accordo,‭ ‬anche nelle aziende del privato,‭ ‬la pratica del‭ “‬raffreddamento‭”‬,‭ ‬per cui non sarà più possibile,‭ ‬come è stato fin’ora,‭ ‬poter proclamare semplicemente lo sciopero quando e come si vuole,‭ ‬in quanto diritto dei lavoratori.

E‭’ ‬del tutto evidente che lo scopo di questo accordo è quello di ricompattare i Sindacati Confederali e garantire loro in modo assoluto il‭ ‬“monopolio‭”‬ della Rappresentanza Sindacale.

Di sicuro le vittima designate di questo accordo sono l’autorganizzazione e la conflittualità sindacale dei lavoratori e lavoratrici.

Basterà l’utilizzo‭ ‬ degli accordi e delle leggi come‭ “‬camicia di forza‭” ‬per impedire le lotte sociali‭?

Siamo fermamente convinti che i tempi impongono alla classe lavoratrice la necessità di‭ “‬straripare‭” ‬dagli argini imposti per difendere le proprie condizioni di lavoro e di vita.

Enrico Moroni‭  ‬segretario dell’USI‭ – ‬AIT‭ (‬Unione Sindacale Italiana‭)

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