4 dicembre: Ancona per l’acqua pubblica

Un migliaio di persone hanno manifestato ieri pomeriggio per le vie della città. Una compagine poco numerosa – falcidiata certamente dal gelo a tratti veramente polare – se la si rapporta all’altra grande manifestazione regionale dei Comitati (che sempre in Ancona, in piazza ne aveva portati oltre 2.500) e alla pletora delle adesioni formali alla iniziativa: 6 centri sociali, 80 tra associazioni, organizzazioni politiche, movimenti civici, g.a.s., oltre a 16 Amministrazioni Comunali. Asfissiante la presenza in funzione elettorale delle varie fabbriche di Niki, dei resti di rifondazione, e meraviglia delle meraviglie del PD (tante bandiere anticipo preelettorale, anche in questo caso). C’erano comunque le delegazione degli studenti universitari e una folta rappresentanza della RSU del cantiere navale. C’erano anche anarchici e libertari lentamente ma volutamente scivolati in fondo al corte dietro lo striscione degli operai del cantiere navale. C’erano i compagni della Federazione dei Comunisti Anarchici (che ha aderito formalmente alla iniziativa), compagni dell’Unione Sindacale Italiana USI-AIT, compagni anarchici e libertari, da diverse zone della regione, non certo per sostenere i prossimi deliri elettorali ma per testimoniare che la gestione privata della risorsa collettiva e irrinunciabile come l’acqua la trasforma in una qualsiasi merce da trattare nel mercato capitalista, conseguentemente sottoposta alle leggi del profitto e ai capricci speculativi di tale mercato.

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