#14N ad Ancona

In allegato il volantino USI Marche che sarà diffuso il #14N per lo #scioperosociale.


sciomarche

S C I O P E R O GENERALE
SCIOPERO S O C I A L E
 (proclamato dall’USI e dal sindacalismo di base alternativo, e l’opposizione sociale) per l’intera giornata del il 14 novembre riguarda TUTTE le categorie, compresi i precari. Ma riguarda soprattutto quelli che non possono scioperare perchè il lavoro non ce l’hanno!
La crisi è oramai evidente: chiude tutto, i prezzi salgono, i servizi sociali e sanitari si riducono sempre di più ed il lavoro (quel poco che c’è) viene pagato sempre di meno. Chi lavora (ed è tra i “fortunati”) vede disintegrarsi colpo su colpo i diritti che aveva conquistato in cent’anni di lotte. Oggi siamo ridotti come a fine ‘800: non c’è rimasto quasi più nulla a difesa del lavoratore. Siamo tutti a rischio e con il Job Act si chiude il cerchio e lo Sbrocca Italia farà disastri..
Ma la classe ricca, quella rimane, tronfia e prepotente. Parassiti che si nutrono di sfruttamento pagando 2 euro all’ora o giocando al casinò della grande finanza con gli interessi delle banche, o sedendo agli scranni dei poteri politici con stipendi ingordi prelevati dalle nostre tasche con tasse e gabelle patrimoniali sempre più iniqui.
Lo Stato sta svendendo tutto il patrimonio pubblico, che appartiene al popolo cioè a noi, per pagare un finto debito alle banche e alla BCE. Un debito che nessuno di noi ha mai fatto.
E questo produce milioni di poveri, di senza casa, senza lavoro e senza sussidio: vite espulse dalla vita grazie alla grande crisi, creata ad hoc, che permette l’ulteriore arricchimento (senza fondo e senza pudore) di pochi e lo sterminio di molti. Troppi.
Troppi per non ribellarsi. Sappiamo tutti che, questa volta, non c’è più spazio di contrattazione perché siamo dentro un sistema delirante che ormai non può più essere corretto e si avvita su se stesso per mantenersi vivo con tutti i suoi privilegi. Ma è anche la sua debolezza: l’urlo di una bestia feroce che muore. Sappiamolo.
Cosa dovremmo fare? Come dovremmo vivere? Noi ce lo chiediamo continuamente. E siamo convinti che le risposte non arriveranno mai da nessun governo né da nessun partito. Siamo stanchi di sopravvivere così, stanchi di essere satelliti solitari. Solo la consapevolezza, può portarci verso una nuova direzione, rivoluzionaria, altra dallo squallore che siamo costretti a sopportare.
RIVOLUZIONE deriva da revolvere= volgere indietro, ritornare, ritorno di un pianeta al punto da dove era partito. Significa tornare ai principi senza i quali una collettività non può esistere, oppure sopravvive male (molto male) così come oggi accade.
Principi quali la solidarietà, la convivenza, la collettivizzazione, la dignità, il rispetto e il rigetto dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
E’ ora di dire basta. Non siamo spazzatura. E’ ora di dire basta a questo sistema. Già questo è rivoluzione!
Tutti noi abbiamo un mondo nuovo e bello nel nostro cuore, che ci può consentire, sia pur con fatica, di liberarci da questi zombi.
Le fabbriche delocalizzate si possono occupare e farne luoghi di una nuova vita autosufficiente. Così le terre, prima che lo Stato le svenda ai migliori offerenti senza scrupoli per metterci TAV; TRIV o MERD. Una rivoluzione basata su solidarietà, occupazione e autogestione di fabbriche abbandonate, di terreni, di case, una rivoluzione per riprenderci il nostro spazio ed il nostro reddito. Anche senza il denaro. Insieme verso una collettività solidale, fatta di partecipazione, generosità, di sostegno reciproco e di autentica passione. Staremo tutti molto meglio. Sappiamolo.
LICENZIAMOLI NOI I PADRONI! Senza di noi non fanno nulla. Senza di loro invece possiamo costruire quel che è più utile alla collettività e non a rovina come stanno facendo loro.
Forse l’ora non è scoccata ma è il momento di cominciare a pensarci. Seriamente.

USI-AIT MARCHE
(Unione Sindacale Italiana)

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