UN OSPEDALE CHE NON SIA UNA GALERA

Indagini per “accertare le responsabilità individuali del personale medico e di altre per-sone non appartenenti alla struttura sanitaria che avrebbero aiutato lo straniero a la-sciare l’ospedale eludendo anche la sorveglianza degli organi di polizia”. Ipotesi di rea-to: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Reazione dura, piccata, quella del-la questura. Sorpresa dalla sparizione di Mahmoud, l’emigrato egiziano accompagnato al pronto soccorso del San Paolo sabato sera, con un principio di assideramento e co-nati di vomito e dolori al costato.I soccorsi all’immigrato sulla torre Convinto dalle pres-sioni della Digos e dall’intervento di un medico dell’ospedale, Andrea Crosignani, a scendere giù dalla torre della ex Carlo Erba dopo 23 giorni di protesta e arrivato in co-dice giallo al San Paolo. Avrebbe dovuto restare lì per tutta la domenica, per accerta-menti, la digos aveva evitato di piantonarlo. Le dimissioni, firmate dallo stesso Crosi-gnani, sono arrivate domenica mattina alle 7.42. Non c’erano poliziotti in corsia. Ma-hmoud se ne è andato. Una fuga, per via Fatebenefratelli, con un occhio chiuso da parte della struttura e un aiuto da parte delle associazioni che hanno sostenuto la lotta del 23enne egiziano e degli altri due immigrati rimasti sulla ciminiera. “I fatti costituenti reato saranno oggetto di denuncia all’autorità giudiziaria”, promettono in questura. In difesa di Crosignani, il medico che aveva visitato l’egiziano a 40 metri d’altezza, con-vincendolo a farsi portare in ospedale, è intervenuta immediatamente la direzione del San Paolo: “La procedura è corretta – fanno sapere – il paziente è stato rilasciato in base alle sue condizioni cliniche, non c’erano motivi per trattenerlo”. Sulla vicenda, le parole calme del medico: “Ho semplicemente fatto il mio lavoro – spiega Crosignani – dopo aver soccorso Mahmoud sulla torre, sono passato a trovarlo in reparto. Succede spesso, quando interveniamo sul posto. Ieri mattina l’ho visitato e non c’era nessun motivo per trattenerlo in ospedale”. Crosignani si è precipitato sulla cima della torre sabato pomeriggio, dopo il via libera delle forze dell’ordine ai soccorsi dell’egiziano. Mahmoud aveva perso i sensi più volte. Quando il medico ha raggiunto la piattaforma, a quaranta metri di altezza, l’ha trovato avvolto nelle coperte, rigido come un pezzo di ghiaccio e febbricitante. Un principio di congelamento. “Non era grave, ma non poteva più rimanere lì al gelo ed erano necessari accertamenti”. Dopo essere stato portato in ambulanza al pronto soccorso, Mahmoud è stato riconosciuto dalla polizia, che ha consegnato al ragazzo un ordine di comparizione in questura dopo cinque giorni. “Del fatto che fosse sotto sorveglianza non mi ha informato nessuno: l’unico contatto che ho avuto con la Digos è stata la telefonata in cui mi chiedevano di dire al ragazzo di stare tranquillo perché per lui non ci sarebbero state conseguenze. Sapevo del man-dato di comparizione in questura ma non c’erano impedimenti al suo ritorno a casa”. Le dimissioni sono state firmate quindi ieri mattina, venti minuti prima che si presen-tassero gli agenti. Di fronte all’ipotesi di denuncia del medico da parte della questura, i verdi annunciano un esposto in procura e uno alla Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo. “Un gesto di violenza senza precedenti che induce i medici a non tener fede al giuramento di Ippocrate – commenta il presidente, Angelo Bonelli – si è supera-to il limite dell’umana pietas”.
In relazione ai fatti apparsi sulla stampa quotidiana vi inviamo l’allegato comunicato.
LA SEGRETERIA USI SINDACATO AUTOGESTITO SAN PAOLO

Potrebbero interessarti anche...