Un corteo contro il G7
Delle iniziative contro il G7 nella giornata di venerdì 29 settembre si è svolta una manifestazione di protesta a Torino legata soprattutto alle tematiche del lavoro. L’iniziativa era stata promossa dalla Federazione Anarchica Torinese, con la partecipazione della CUB, SI Cobas, “il sindacato è un’altra cosa” opposizione in Cgil, Sinistra Anticapitalista, Rifondazione e con la presenza anche di compagni dell’USI-AIT che per l’occasione hanno distribuito un volantino dello Sciopero Generale del 27 ottobre.
Il corteo è partito alle 18 nei pressi di Porta Palazzo, un quartiere proletario dove i compagni del luogo sono spesso intervenuti per rivendicare il diritto alla casa, per respingere gli attacchi razzisti verso gli immigrati, per contrastare le provocazioni fasciste. Il corteo era aperto da uno striscione unitario “Contro i padroni del mondo la nostra lotta”.
Un furgone munito di amplificatori era alla testa, fermandosi spesso lungo il percorso, con vari interventi che si susseguivano per rendere la manifestazione molto comunicativa. Soprattutto contro il G7 si accusavano i potenti della terra di essere la causa delle guerre in corso e della miseria delle popolazioni in tutto il mondo. Sono stati accusati gli organi della cosiddetta informazione che avevano preannunciato che quella manifestazione, che si è svolta tranquillamente, avrebbe provocato devastazioni nel territorio, per spaventare la gente nel quartiere, mentre la devastazione in Italia e nel mondo la stanno facendo proprio quei potenti della terra riuniti a Torino. E’ stato accusato il padronato e i vari governi di fare ed applicare le leggi che tolgono i diritti ai lavoratori e lavoratrici, causando la perdita del lavoro e la precarietà. Le istituzioni sono state accusate di non garantire il diritti alla casa, alla assistenza sanitaria e alle assistenze sociali, sottraendo importanti risorse per fomentare guerre ed incrementare le spesi militari.
I padroni ed i governi sono stati accusati della crisi tutt’ora in atto, subita unicamente dalla classe lavoratrice e dalle categorie più povere, mentre ”lor signori” si arricchiscono con la crisi stessa. Si è contestato l’attuale sviluppo tecnologico che viene utilizzato solo per aumentare le ricchezze di chi c’è l’ha, mentre solo una forte riduzione dell’orario di lavoro può essere la giusta risposta per impedire che la disoccupazione dilaghi sempre più e la precarietà cresca. Si è accusato la politica di fomentare la guerra tra poveri, alimentando il razzismo verso gli immigrati, per creare le condizioni del loro massimo sfruttamento. Infine, si è rivendicato che un altro mondo è possibile, un mondo senza padroni, nella uguaglianza e nella libertà, nella pratica dell’autogestione.
Il corteo terminava nei giardinetti tra corso Giulio e via Montanaro dove si svolgeva una Assemblea Pubblica.
Enrico Moroni