Parma: le radici del 1° Maggio

Il 1 Maggio è alle porte, e con esso la tradizionale e amata Festa dei Lavoratori che in questa data si celebra fin dal 1882, quando un gruppo di newyorkesi appartenenti ai Knights of labor (il Nobile e Sacro Ordine dei Cavalieri del Lavoro, Noble and Holy Order of the Knights of Labor, è stata la più grande e una delle più importanti organizzazioni dei lavoratori americani di quell’epoca) ne sancirono la nascita, che poi la I Internazionale “trasportò” in Europa. A far cadere la scelta su quella attuale, inizialmente infatti era settembrina, fu la rivolta di Haymarket, in quel di Chicago: in quell’occasione la polizia sparò contro gli scioperanti, ammazzandone e ferendone, e per premio ricevette una bomba. Furono di più i poliziotti ammazzati.
Ad essere condannati a morte per quella forma di giustizia sociale furono 7 anarchici. Basterebbe richiamarsi alla storia, tornare a quelle origini, per ricordare a sé stessi quale metro di differenza sia sempre sussistito tra un corteo, quello delle sigle confederali, e l’altro, quello degli anarchici e del sindacalismo conflittuale in generale.

 

Il secondo vivrà a Parma la propria decima edizione, e come di consueto partirà in piazzale Salvo D’Acquisto domattina alle 10.
Come da tradizione, abbiamo chiesto un’intervista ai compagni dell’anarchia, oggi raccolti attorno all’Ateneo Libertario, che ci hanno gentilmente concesso: ecco lo scambio di battute con Massimiliano Ilari.

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“Dieci anni di contromanifestazione, di contronarrazione della Festa dei Lavoratori: ci fai un bilancio?”

“Per noi è andata molto bene – ci ha risposto il sindacalista di Usi-Ait -: noi abbiamo iniziato nel 2008, in occasione dello sciopero agrario del 1908, ed era un po’ una scommessa. Eravamo abituati a fare parte dello spezzone sul fondo del corteo dei sindacati confederali, e per noi era diventato comunque un po’ un problema, perché noi rappresentiamo un modello completamente diverso, e anche essere accodati, seppur in maniera critica, non era più rispondente a quello che secondo noi era il modello.
Finora l’esperienza è stata molto positiva: da un punto di vista politico e numerico, quasi tutti gli anni, meteo o non meteo siamo stati più numerosi noi che i sindacati confederali (soprattutto se togliamo i funzionari e gli altri stipendiati, che al corteo devono parteciparvi come parte del “mansionario”, per così dire, ndr), per cui siamo molto contenti. In particolare da tre anni come Usi accompagniamo questa festa con uno sciopero, così da dare la possibilità a chi è impegnato in questa data che per noi è sacra di potersi astenere dal lavoro ed è coperto nel poterlo fare. Questa giornata per noi è sì festa ma soprattutto lotta”.

“Ogni anno abbinate il I Maggio ad un tema specifico, a qualcosa che si allarga ad altro: il 2017 cosa ci proporrà?”.

“Sì, per noi l’aspetto fondamentale è quello sindacale, ed è rivendicativo: noi continuiamo a rivendicare le 30 ore settimanali a parità di salario, non più di 30 anni di lavoro, perché in quel lasso di tempo hai fatto e la tua vita lavorativa si può dire terminata, e hai diritto a goderti la tua vita, ma lo accompagniamo anche ad altre tematiche. L’anno scorso, per esempio, lo abbiamo abbinato all’apertura della sede da parte dei fascisti, non troppo lontano da noi ( LEGGI ), perché per noi non devono esistere sedi pubbliche dei fascisti e neanche private, due anni fa l’abbiamo fatta per la difesa degli spazi occupati , un anno l’abbiamo fatto pensando all’ Expo e a quanto stava avvendendo a Milano. Il tema che abbiamo scelto quest’anno, e abbiamo sentito anche la Comunità Kurda, è proprio la resistenza del popolo kurdo, che è a nostro avviso l’unica esperienza a mio avviso meritoria e significativa di quel territorio, assolutamente importante e di auto-governo dal basso e opposizione a quelle che sono tutte le forze attorno, che sono repressive. I turchi hanno bombardato tre giorni fa, e nessuno ne parla: è un massacro che avviene nel silenzio di tutti. Il focus quest’anno è quindi su ciò che sta avvenendo alla popolazione kurda: la nostra è una critica complessiva, perché noi siamo antimilitaristi, e riteniamo che ogni soldo dato in quella direzione sia un soldo buttato”.
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L’appuntamento è quindi, ricordiamolo, in piazzale Salvo D’Acquisto, che come ricorda Massimiliano è la sede delle prime edizioni, e da lì partirà il corteo che finirà sui prati del parco Pellegrini “luogo altrettanto simbolico”, dirà il nostro intervistato.
Il meteo racconta che forse il pomeriggio farà brutto: in quel caso, che è remotissimo, la festa proseguirà nella sede di via Testi 2, dalle parti della limitrofa via Toscana.
Uno degli anarchici giustiziati per i fatti che fecero nascere questa data, August Spies, poco prima dell’impiccagione e come ultime parole, ebbe a dire: “Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!”. Ecco, forse in definitiva si tratta solo di scegliere se si sta dalla parte di chi viene soffocato con la morte o di chi ammazza e violenta i diritti civili dell’essere umano. Noi la nostra scelta l’abbiamo fatta, voi fate la vostra.

FONTE: Rosso Parma

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