Lo sciopero generale a Milano e dintorni

A Milano è stato deciso di non fare il tradizionale corteo durante lo sciopero del 20 ottobre come in altre occasioni ma di puntare su iniziative legate a specifiche situazioni. Nel mentre la prospettiva dello sciopero si stava man mano allargando nel settore trasporti, nelle scuole, nella sanità oltre scontato nel settore della logistica, le iniziative messe in campo nel territorio milanese e d’intorni sono state le seguenti: Per USI-CIT (assieme Cub) presidio davanti all’ospedale di San Gerardo di Monza, Cub presidio sotto l’Ikea di Carugate dove c’è una vertenza in corso, lo Slai Cobas per la L di C  un presidio davanti l’Istituto Nazionale per i Tumori in via Venezian n. 1 ,  AdL hanno promosso una piazza tematica sulla scuola con appuntamento nel mattino a piazzale Loreto. Mentre la logistica in quella giornata ha visto il blocco delle merci, con picchetti, nelle principali aziende del settore da parte del SI Cobas e delle organizzazioni sindacali presenti nel settore.

Da parte nostra nella preparazione dello sciopero sono state organizzate presenze e volantinaggi all’Università Statale, al mercato di via San Papiniano, davanti all’ospedale San Paolo e a quello di San Carlo oltre naturalmente l’informazione fatta dalle nostre singole situazioni dove siamo presenti. Da parte di AdL, con la quale ci siamo tenuti in contatto nei giorni precedenti, ci hanno invitato a unirci alla loro iniziativa in piazzale Loreto, proponendoci un intervento sulla repressione contro gli studenti e non solo. Dopo breve consultazione, ormai eravamo alla vigilia dello sciopero generale, si è deciso che chi non era impegnato in altre situazioni locali era opportuno confluire in piazzale Loreto.  Quando siamo arrivati la presenza di personale scolastico, soprattutto precari e di studenti era al di sotto di un centinaio di presenze e non ha giocato a favore la pioggia battente che rendeva la presenza più difficoltosa. Gli interventi gridati con un megafono a mano denunciavano soprattutto il grave, vergognoso e annoso problema del precariato nella scuola che rimbalza da governo a governo, dove personale scolastico continua ad essere assunto per anni con contratti a termine che finiscono con l’anni scolastico e con l’incertezza di essere assunti nell’anno successivo, perdendo diritti e con salari ancora più bassi del personale regolarmente assunto già mal pagato. Salari miseri che sono succhiati dal caro vita e dall’inflazione come conseguenza della guerra in corso. Una situazione quella del precariato di perdita di diritti e anche di dignità che mal si concilia con il diritto stesso che deve offrire la scuola pubblica. A questo punto viene richiesto al rappresentante USI CIT, al quale viene passato il megafono, l’intervento sulla questione della repressione.

“Quando gli studenti hanno iniziato la loro battaglia contro il caro affitti – così introduceva – tema strettamente collegato con il diritto allo studio, soprattutto per i fuori sede, ed è nato il movimento delle tende in piazza, c’è stato molto clamore mediatico. Ma  quando a Milano il movimento degli studenti ha osato occupare il teatro Spendor, abbandonato da molti anni, è scattato immediatamente l’attacco repressivo con l’impiego di tanti poliziotti (dicono che ce ne sono pochi, ma contro chi rivendica i propri diritti ce ne sono sempre troppi) che hanno messo in atto lo sgombero, perché gli edifici abbandonati non si toccano, debbono restare ad imputridire”.

“Quando a Torino poco tempo fa gli studenti di giovanissima generazione (dai 15 ai 17 anni li abbiamo visti nei video) hanno portato la protesta in piazza contestando la presenza della Meloni, la risposta è stata immediata, perché i problemi sociali si risolvono con la repressione e ci sono stati inseguimenti e manganellate di giovani studenti indifesi”.

“Raccontiamo un fatto significativo vissuto più di cinquant’anni fa – continua l’intervento – tra la fine del “68 e la metà del “69, in Piazza Fontana. Un corteo del movimento studentesco di allora occupa un ex albergo Commercio che viene trasformato in Casa dello Studente e del Lavoratore che nell’agosto di quell’anno viene sgomberato dalla giunta Craxi per essere subito demolito. Questo sta chiaramente a dimostrare che più di cinquant’anni sono passati in vano. Di fronte allo sviluppo tecnologico dei cellulari di ultima generazione, nell’era della intelligienza artificiale, i problemi essenziali, ieri come oggi, non sono stati risolti”.

“ Abbiamo parlato della repressione verso gli studenti – si puntualizza nell’intervento – ma vogliamo aprire una finestra su quanto di brutto sta avvenendo nel mondo operaio, soprattutto nel settore della logistica, dove i tanti detestati e vilipesi immigrati vengono sottoposti ad uno sfruttamento schiavistico, costretti al meccanismo degli appalti in mano alla criminalità, dove i contratti non contano, li scelgono i padroni e senza essere rispettati, sottoposti a carichi di lavoro pesantissimi e pericolosi. Appena osano ribellarsi per rivendicare i propri diritti vengono caricati pesantemente dalla polizia nei picchetti, vengono denunciati e anche espulsi. E se non è ancora sufficiente il padronato paga squadracce di picchiatori con il compito di sprangare lavoratori e lavoratrici in sciopero”.

“Siamo a piazzale Loreto – si sottolinea nell’intervento – Una piazza molto importante nella storia del nostro paese. Qui si è concluso il fascismo dopo vent’anni di dittatura, di morte, di galere, di torture e di soprusi, dopo una guerra che è stato un massacro per il popolo italiano. In questa piazza, a pochi giorni della liberazione furono fucilati 15 partigiani e lasciati ad imputridire sotto il sole cocente di quel mese di agosto. Poco dopo quel ducetto che voleva scappare travestito da tedesco fu fermato, fucilato ed esposto assieme ai gerarchi fascisti in questa piazza”.

L’ultimo appello viene fatto affinchè cessi subito la guerra, utile solo ad arricchire i costruttori e venditori di armi. Su quanto sta avvenendo in Palestina siamo indignati, perché tutti i mezzi d’informazione concordano unanimi a far diventare i carnefici in vittime e le vittime in carnefici. Noi siamo per la liberazione del popolo palestinese.

A Milano nel pomeriggio del 21 ottobre si è svolta una manifestazione in solidarietà del popolo palestinese promossa dalle associazioni palestinesi che si è data appuntamento davanti alla stazione centrale, in piazzale Duca d’Aosta, dove diversi compagni libertari e di USI hanno partecipato. La maggior parte dei partecipanti, circa 2o3 migliaia, erano arabi e tutti giovani che manifestavano a gran voce la loro protesta.

Nella giornata dello sciopero generale sono stati 66 i voli cancellati a Malpensa e 15 a Linate, malgrado le limitazioni imposte per legge, ai quali si aggiungono molti voli rimasti a terra per via dello sciopero del personale di terra. A Milani è stato bloccato il trasporto merci. Anche la metro nella giornata dello sciopero dopo le 18 ha avuto molte linee che hanno funzionato con difficoltà e alcune anche bloccate.  

E. M.

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