Carrara: A proposito di sciopero “alla rovescia”

Ai primi di novembre il comune di Carrara ha reso nota la Relazione annuale sulla performance. La Performance è il meccanismo introdotto dalla legge Brunetta per rendere produttivo il lavoro pubblico avvicinandolo a quello privato. Carrara è stato comune capofila nella sperimentazione della legge Brunetta. La Relazione descrive ottimi risultati nel 2012-2014 : 95,6 su 100 gli obiettivi raggiunti; sono realizzati 12 dei 15 programmi strategici. Scorrendo la relazione però si vedono almeno due dati che lasciano di sasso: 7 su 7 ha ottenuto il settore Urbanistica; 10 su 10 le Opere pubbliche, cioè il settore che mette in sicurezza il territorio.

Pochi giorni dopo la pubblicazione, c’è stato il disastro di Marina di Carrara che getta una luce macabra sulla Relazione annuale. Ma non bastava. Una settimana dopo l’alluvione sono rese pubbliche le retribuzioni dei dirigenti comunali. Quello che si occupa di cave, coi risultati che vediamo. Quello che gestisce il personale e impiega mesi a stabilire se una certa dirigente sindacale della Cgil è dipendente del comune o della spa pubblica Apuafarma. Quello che si occupa di mettere in sicurezza il territorio. Guardiamo le loro retribuzioni e le cose ci dicono che la loro azione, forse, non è stata così efficace. È davvero sufficiente dire che sono retribuzioni in linea con quelle di qualsiasi dirigente?

Non poteva mancare il balletto di responsabilità, gaffe e scuse inutili. Il governatore della Toscana Rossi (in attesa di un avviso di garanzia per il buco di bilancio della Asl di Massa e Carrara che gli renderà difficile la rielezione ) tuona: “ Chi è responsabile paghi”. Il sindaco socialista che già si vedeva in giunta regionale, come assessore, adesso vede svanire la sua fortuna personale e anche il residuo radicamento del suo partito, lo Sdi, di cui è segretario, che su scala nazionale resta forte solo a Carrara ed in Lunigiana. Poi ci sono le responsabilità tecniche:l’argine crollato è responsabilità della Provincia? Il comune non vigilava? E’ davvero un fatto di forma quello che conta? Che dire di come sono stati gestiti gli appalti?

In questa danza macabra proviamo a mettere alcuni punti fermi. L’occupazione della sede comunale da parte di una moltitudine è un episodio sano in una situazione malata. La decadenza della classe politica (di tutta la politica) e della dirigenza comunale (nominata con un provvedimento del sindaco, non scordiamolo) è soltanto confermata dalla Relazione sulla performance e dalle retribuzioni dei dirineti del tutto sproporzionate alle condizioni di vita degli amministrati. E’ fondamentale un nuovo patto tra chi lavora nel pubblico impiego e la comunità di riferimento. Su questo si è spesa e si spende Usi Lel. Non basta pulirsi la coscienza con la donazione di due ore di stipendio, come propongono ai dipendenti comunali le rappresentanze sindacali interne al Comune. Ci vuole qualcosa di più e di diverso. La strada che propone Usi Lel è la lotta solidale, in tutte le sedi possibili, per la dignità della popolazione amministrata e di chi lavora nell’amministrazione.

Per Usi Lel Gianni Marchi (segretario nazionale) e Luca Albertosi

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