ARRESTI SENZA MOTIVO

Gli arresti e le denunce nei confronti di anarchici e anarchiche di alcune città ritenute responsabili della stampa e degli scritti del periodico “Bezmotivny – Senza motivo” dovrebbe indurre a diverse riflessioni anche quanti nelle organizzazioni sindacali conflittuali e nella sinistra d’opposizione, pur non condividendo le idee e le pratiche anarchiche, ritengono irrinunciabile la libertà d’espressione.

La legislazione contro la libertà di stampa, a partire da quella del Regno d’Italia del 1881, e poi peggiorata, sotto il regime fascista (Regio decreto n. 1398 del 1930) e durante la guerra (Regio decreto n. 13 del 1944), dopo la fine del fascismo fu confermata dalla Legge n. 47 del 1948, nello stesso anno in cui entrò in vigore la Costituzione democratica che, sulla carta, sanciva la libertà di stampa e opinione.

L’anacronistica permanenza nel Codice penale del reato di “stampa clandestina” appare quindi uno strumento di repressione politica, da utilizzare nei confronti di chi critica radicalmente l’attuale sistema economico. Peraltro, non risultano provvedimenti giudiziari nei confronti di chi da anni stampa e diffonde copie del “Mein Kampf” di A. Hitler, con tanto di bandiera nazista in copertina, senza indicazioni di stampa, così come nessuno si sognerebbe di denunciare la pubblicità cartacea, commerciale o elettorale, che a norma di legge sarebbe abusiva.

Non di meno, appaiono risibili le accuse di “istigazione al terrorismo” per degli articoli di propaganda ed informazione anarchica, in tempi in cui le destre di governo irridono il “buonismo” e il “politicamente corretto” attraverso i loro quotidiani che, indecentemente, vomitano odio razziale e
offendono – oltre che l’intelligenza – i lavoratori, le donne ed ogni diversità.

Esprimiamo quindi la necessaria solidarietà, contro questa ennesima montatura liberticida da parte di un governo il cui principale impegno è fare la guerra ai poveri per difendere i profitti e i privilegi dei ricchi.

USI-CIT

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