SCIOPERO DEI TRASPORTI PUBBLICI A MILANO

Venerdì 18 ottobre si è svolto lo sciopero alla ATM milanese per l’intera giornata proclamata da AL Cobas con una manifestazione in piazza Della Scala, davanti al Palazzo Comunale, indetta per le ore 10. Oltre ai lavoratori e lavoratrici dei trasporti pubblici erano presenti in piazza anche rappresentanze di comitati cittadini in protesta per il cattivo funzionamento del servizio trasporti gestito dall’amministrazione comunale. Anche USI-CIT ha partecipato nella condivisione della piattaforma che rivendica aumenti salariali più adeguati, retrattivi anche dal 2021, l’introduzione di una 15° mensilità, adeguamento sulle tariffe dei turni, riduzione d’orario a 32 ore, maggior sicurezza nei luoghi di lavoro.

Era già stato predisposto un gazebo con relativo autoparlante e striscioni rivendicativi con le bandiere degli organizzatori quando un corteo di un centinaio di lavoratori e lavoratrici ATM, proveniente dai luoghi di lavoro, hanno attraversato la piazza, manifestando rumorosamente e scandendo forte “sindaco, ora basta” aggiungendosi a quanti già presenti.

Sono iniziati gli interventi, mentre scendeva la pioggia, soprattutto accusando il sindaco di non aver concesso l’incontro richiesto per l’occasione. Sono stati espressi i punti della piattaforma rivendicativa del rinnovo del contratto, in alternativa a quella dei sindacati firmatari dei contratti precedenti. Sono seguiti interventi dei comitati cittadini sui disservizi dei trasporti pubblici e dei lavoratori ATM, tra cui Luca aderente all’USI (vedi in foto) che ha esposto i disagi presenti nel proprio luogo di lavoro, criticando il processo di privatizzazione del servizio pubblico e richiamando alla esigenza dell’autorganizzazione per affrontare le battaglie rivendicative. E’ intervenuto anche un rappresentante di USI-CIT esprimendo l’adesione a quella lotta rivendicativa contrapposta a quella delle burocrazie sindacali, evidenziando come la loro piattaforma per il rinnovo del contratto sia stata fatta nel chiuso delle loro stanze, ben lontani dalle assemblee dei lavoratori, dove non ci sono obbiettivi rivendicativi ben definiti, ma solo fumose “linee guida”. In pratica una piattaforma fantasma. La conseguenza di tutto ciò è che i dipendenti stanno scappando dall’azienda (più di 200 dimissioni dall’inizio dell’anno), perché poco pagati di fronte a mansioni logoranti, turnazioni pesanti e poca sicurezza sui luoghi di lavoro. Mentre con i profitti ricavati con le logiche di privatizzazione si fanno investimenti all’estero. Di tutta questa situazione ne fanno le spese anche i cittadini per le conseguenze del mal funzionamento del sevizio pubblico; terminando con la rivendicaticazione che il sevizio pubblico dei trasporti deve essere garantito e gratuito.

Con soddisfazione stiamo vedendo che questa prospettiva molto caldeggiata da USI-CIT sta facendo breccia. La rivendicazione della gratuicità dei mezzi pubblici è stata espressa anche in altri interventi e nello striscione esposto dagli organizzatori della manifestazione.

I dati dello sciopero hanno comunicato la chiusura della M1,M2 e M4, mentre l’adesione dei mezzi di superfice si avvicina al 90%.  

  

Enrico

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