USI Veneto sostiene la lotta dei detenuti di Venezia

 Può capitare che, storditi dai flash dei turisti e da una quotidianità sempre più monotona, ci si scordi che, anche a Venezia, c’è un carcere. E nemmeno uno dei migliori.

La capienza regolare è di 161 unità, mentre i detenuti ad oggi rinchiusi sono più di 300. Le celle risultano quindi sovraffollate e gli spazi troppo angusti: una condizione che crea un costante stato di nervosismo e di intolleranza verso il prossimo.

Il lavoro in carcere, spesso l’unico modo per i reclusi di non pesare sulle proprie famiglie, è mal pagato e i posti riservati sono pochissimi. In questi mesi alcuni dei ragazzi dentro sono arrivati a autolesionarsi per chiedere di poter lavorare.

In generale la struttura è fatiscente e la burocrazia ostacola anche le più semplici richieste. Parliamo di più di un mese per fare una telefonata ai propri cari o di tre mesi prima di poter aver accesso alla palestra. Su tutto questo pesano le ripicche della direttrice Immacolata Mannarella che, in carica dal 2012, ha vietato di giocare a pallone durante l’aria e ha vietato la consultazione di libri in arabo nella biblioteca, nonostante una grossa parte dei detenuti provenga da paesi arabofoni.

Durante l’estate il carcere di Santa Maria Maggiore ha conosciuto diversi momenti di lotta contro queste condizioni e le angherie dell’amministrazione. Battiture, scioperi della fame, sezioni barricate e varie aggressioni alle guardie hanno saputo far arrivare la voce dei detenuti anche al di fuori delle mura.

Tenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo all’interno del penitenziario, dimostrarsi solidali con chi non abbassa la testa nonostante le condizioni in cui è rinchiuso può essere un primo passo per l’abbattimento di quella fabbrica di torture e rassegnazione che è il carcere.

NO AI FOGLI DI VIA

Il foglio di via è una misura di polizia preventiva. Può pertanto venire notificato senza l’approvazione di un magistrato o, altresì, in assenza di qualsiasi notizia di reato. Per la sua estrema versatilità, e discrezionalità, è diventata una delle misure più usate per allontare da un Comune persone ritenute scomode, potenzialmente pericolose o semplicemente improduttive.

Il foglio di via rende illegale la permanenza in un territorio per un periodo che va da uno a tre anni. Destinatari potenziali di questa misura sono tutti coloro che non possiedono una residenza certificata, un lavoro regolare, beni o altri interessi ritenuti “leciti” a motivare la presenza in un dato luogo.

Recentemente sono stati notificati 15 provvedimenti di allontamento ad altrettante persone per avere, in vario modo, manifestato la propria solidarietà ai detenuti del carcere di Venezia, impegnati in una lotta contro le disumane condizioni di detenzione e la politica dell’amministrazione penitenziaria.Nel corso dell’ultimo anno i fogli di via dalla città emessi dal questore Sanna sono più di 200.

Pensiamo che il modo migliore di far fronte a questa misura sia solidarizzare con chi ne è colpito, organizzandosi per fare in modo di renderla, di fatto, inefficace. Dove andare e dove restare possiamo, e dobbiamo, deciderlo soltanto noi.

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