San Raffaele: se lotti puoi ottenere qualcosa

In seguito all’ultimo incontro presso la Regione, durato 17 ore e terminato la mattina del 10 Maggio, si è conclusa la fase di contrattazione seguita alla vertenza sindacale che USI Sanità, assieme ad altri sindacati di base, aveva intentato contro la direzione dell’Ospedale San Raffaele di Milano che intendeva licenziare 244 lavoratori a seguito della crisi innescata dalla mala gestione dell’istituto da parte dei vertici aziendali.

Grazie a mesi di lotte e sacrifici, anche pesanti, da parte dei lavoratori, è stato sottoscritto un accordo che scongiura i licenziamenti all’osr e reintegra i 64 lavoratori già licenziati.

L’accordo è stato sottoscritto da tutte le sigle e dovrà ora passare al vaglio dei laavoratori medesimi.

Rispetto al precedente accordo firmato a Roma e bocciato dai lavoratori, sono cambiati i seguenti termini:

– Nessun passaggio al contratto di sanità privata AIOP- Nessuna deroga alle voci del CCLN

– Tagli di salario non solo su voci di contrattazione aziendale, ma anche a voci non contrattuali individuali legate a superminimi e similari, spesso dovute a contrattazioni individuali o elargizioni padronali a capi e capetti.

Se non è possibile parlare di vittoria con nuove conquiste è però importante sottolineare alcuni dati: si è difeso il più possibile le voci di contrattazione sindacale, cercando di incidere anche su fasce di privilegio salariale. Questa vertenza è stata una risposta decisa ad un pesante attacco padronale e ha salvato non solo posti di lavoro, ma, sia pure sulla difensiva, ha portato a concorrere non solo i soliti noti ma anche chi non paga mai. Ogni ipotesi di accordo è frutto di una mediazione, pertanto ci sono voci (come ad esempio l’aumento del buono mensa) che avremmo preferito non sottoscrivere, ma si è trattato di un cedimento necessario per contrastare i licenziamenti.

Se non altro il padrone non ha visto prevalere la sua tracotanza ed i suoi deliri di onnipotenza e non ha realizzato la marcia trionfale che si era proposto. Il futuro, come si suol dire, non è scritto e vedremo cosa accadrà ma, intanto, un certo tipo di (il)logica aziendale ha subito una battuta d’arresto. Sperando sempre che ogni piccolo evento porti, finalmente, al decesso di una concezione della salute come prodotto aziendale e da fabbrica, si ringraziano tutti i lavoratori che hanno lottat e le persone che, con la loro presenza e solidarietà, hanno contribuito al conseguimento di questo risultato, che dimostra ancora una volta che se si vuole strappare qualcosa occorre lottare e non trafficare dietro le scrivanie .

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