Manifestazione contro le morti in carcere del 16 Gennaio 2010 a Livorno

Sabato 16 gennaio a Livorno si è svolta la manifestazione, organizzata dai parenti, mamme di
vittime, morti “sospette” avvenute nelle carceri, caserme, reparti psichiatrici, luoghi di detenzione.
Come anarchici della Val di Cornia abbiamo aderito perché da sempre solidali con la mamma di
Marcello Lonzi, Maria Ciuffi, che ha voluto fermamente questa manifestazione. E’ stata una
manifestazione molto importante, perché , per la prima volta, in Italia, si è gridato che queste morti,
non avvengono per sfortunate coincidenze, ma con alla base una regia di strage continuata ai danni
di individui che vengono , purtroppo a contatto con una macchina di una istituzione totale, come lo
stato e le sue rappresentanze e i suoi funzionari. Alcuni interventi proprio dei genitori hanno
sottolineato, come inspiegabilmente, in maniera kafkiana, i loro congiunti abbiano subito,
ristrettezze personali non giustificabili, nemmeno con le leggi, di come hanno subito isolamenti, o
rifiuti di poter comunicare con i congiunti per giorni, qualcuno fino alla morte, come Cucchi o
Rasman. Molto spesso una sequenza di coinvolgimenti di personale addetto, fra polizia
penitenziaria, tutori dell’ordine e medici danno il saggio di come in questi luoghi dove lo stato
sequestra l’individuo, si applichi la tortura fisica e psicologica, come l’individuo perda l”Habeas
corpus” e non abbia alcun diritto. In queste istituzioni, che si parli di celle lisce, o reparti
psichiatrici, CIE o caserme, si applicano condanne a morte. E gli autori, i tutori dell’ordine,
consumano queste condanne nell’indifferenza della democrazia, ben attenta a disporre eserciti e
polizia per garantire l’ordine costituito, cioè per garantire che le carceri e i luoghi di detenzione si
riempiano di proletari, emarginati, non allineati. La manifestazione ha percorso il centro di Livorno,
non è vero, come hanno scritto e detto i giornali che è stata silenziosa. Molti gli slogan urlati come
“Secondino assassino su mandato dello stato”. Stato assassino” “delle carceri solo macerie”
Chiaramente la stampa ha voluto dare l’immagine solo del comprensibile dolore dei parenti,
calcando la mano di un dolore fine a se stesso, ma la presenza notevole di compagni e compagne
ha portato la coscienza nel corteo a dover uscire dalla logica del pur rispettabilissimo dolore, e
aspettativa della”verità e giustizia”. Come sempre la prima cosa dichiarata dalla stampa è sminuire
il numero dei partecipanti e la loro qualificazione. 500/700, invece eravamo più di mille e trecento, i
cani sciolti: lo spezzone più grande era costituito da anarchici, tra cui molti compagni aderenti
all’USI e appartenenti alla sinistra extraparlamentare. Comunque è stato importante che una città
come Livorno abbia risposto, molti gli applausi, anche dalle finestre. Molti gli striscioni: quello che
riportava i volti, sorridenti, nel pieno della vita di molti uccisi,e poi quelli che molti parenti e amici
delle vittime portavano per spiegare la verità su quelle morti. Molti anche gli striscioni che
accusavano lo stato di uccidere, coprire e premiare chi si macchia di questi omicidi. La
manifestazione è finita davanti al palazzo del comune, dove hanno parlato i parenti. Si è sciolta con
il convincimento che non bisogna lasciare la lotta, perché in Italia si muore, nelle carceri o nei
reparti psichiatrici, nelle celle delle caserme, a ritmi 6 volte superiore alla media europea, per non
parlare dei ritmi di assassini nei Centri di Accoglienza e d espulsione per extracomunitari e
clandestini, che queste sono condanne a morte, in un paese che la pena di morte ci si vanta di non
averla , proprio in Toscana da sempre! Invece si usano, metodi polizieschi di torture e coperture
statali da desaparecidos. Basta con le morti in carcere, basta con i massacri quotidiani, basta con la
licenza di uccidere data alle forze dell’ordine.
ANARCHICI Val Di Cornia

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