Lettera aperta al ministro Marianna Madia

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 In Campania, per tre anni consecutivi, in nome del blocco del turn-over, la Regione ha impedito la mobilità volontaria in campo sanitario. Allo scadere del terzo anno, sono subentrate le norme della recente riforma sulla pubblica amministrazione con cui, di fatto, a detta degli amministrativi, in assenza del nulla osta di uscita, non si verifica alcun trasferimento volontario.

 

 

Sono un dirigente medico ospedaliero, che, ottenuta una delibera di accoglienza presso un’azienda ospedaliera, vede vanificata l’attesa di circa undici mesi per il persistere del diniego, da parte dell’asl di appartenenza, del nulla osta di uscita.
Un profondo disagio e sconcerto mi accompagnano nel formulare continue richieste del nulla osta di uscita. L’amministrazione delega formalmente alle indicazioni del responsabile del reparto di afferenza, la disponibilità ad accogliere l’istanza. Quest’ultimo custodisce l’assunzione di tanta discrezionalità con completa chiusura. Nel frattempo, un’altra unità medica si è unita al reparto, ma senza risultato positivo per il sottoscritto. E’ un meccanismo perverso: è come chiedere ad una persona che zappa la terra, di zapparsi sopra i piedi. Il reparto è localizzato in un plesso distaccato di un presidio ospedaliero, un plesso senza futuro e senza prospettiva perché assolutamente antieconomico (si tratta del Plesso di Gragnano degli OO.RR Area Stabiese, ASLNA3sud). Un lusso che ancora si permette l’ASL in questione per vari motivi.


Il sottoscritto protesta la perdita di autonomia personale, dopo la messa in remora dell’articolo 20 del contratto nazionale. Protesta che il proprio percorso professionale sia delegato alla discrezionalità di figure, il cui ruolo apicale non giustifica tanto potere sulle persone. Protesta perché tale meccanismo non può che favorire arbitrio. Protesta per la degenerazione dell’attività medica ospedaliera.

Castellammare di Stabia 07.01.2015

dr Amato Rizzo- USI-AIT Sanità Napoli

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