LA RESA DEI CONTI

Finalmente un giudice pone lo stop all’applicazione del CIA sottoscritto da alcuni sindacati e convalidato dalla RSU in carica, sotto preciso ricatto dell’Azienda, che ha provocato profondo disagio e perdita di importanti diritti da parte dei dipendenti nell’Istituto della Sacra Famiglia, al quale ci siamo apertamente opposti. Finalmente, come da recente sentenza, anche il Cobas Sanità sarà convocato, assieme all’USI Sanità e sindacati non firmatari fin’ora esclusi, al tavolo della trattativa per la ridefinizione dell’accordo stesso. E’ evidente a tutti che questa è una importante occasione, alla quale l’Azienda è stata costretta, per poter cambiare e notevolmente migliorare le condizioni capestro dell’accordo sottoscritto. Sia altrettanto chiaro che USI Sanità è disponibile a sottoscrivere un nuovo accordo solo di fronte ad un ripristino dei principali diritti negati e a un netto miglioramento delle condizioni di tutti i lavoratori e lavoratrici dell’Istituto Sacra Famiglia. Diffidiamo la Direzione Aziendale , durante i tempi della trattativa, nel procedere all’applicazione del Uneba nel modo peggiorativo, come minacciato, perché ci troverebbe costretti a ulteriori denunce giudiziarie oltre a iniziative di mobilitazioni e di lotta. E’ altrettanto scandaloso che alcuni sindacati firmatari (o non firmatari, ma fiancheggiatori) diano fiato alle minacce aziendali , a scopo terroristico, invece di cogliere l’opportunità di migliorare notevolmente quell’accordo CIA, nell’interesse generale. Ricordiamo anche che siamo ad un prossimo pronunciamento in sede giudiziaria della causa promosso da circa 60 lavoratori e lavoratrici, sostenuti da USI Sanità e Cobas Sanità, per rivendicare il ritorno al contratto Aris. Ricordiamo anche che, nei confronti dell’Azienda, pende una denuncia, da parte di centinaia di lavoratori e lavoratrici, presso l’Ispettorato del Lavoro per gli stessi motivi.

Unione Sindacale Italiana Sanità – USI CIT Cesano Boscone 1/2/2021

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