Call Center Meddix di Benevento: Cisl, Uil e padroni fanno fronte comune

In data Mercoledì 4 Settembre 2013, avrebbe dovuto svolgersi, all’interno della struttura aziendale Meddix/Anteo, un incontro tra le rappresentanze dei lavoratori delle suddette aziende e i relativi vertici aziendali.

L’incontro sarebbe dovuto essere incentrato sulle modalità retributive applicate dall’azienda in seguito al  disastroso (a nostro avviso) accordo nazionale del 1° Agosto, siglato tra Assocontact e le rappresentanze nazionali di CGIL, CISL e UIL, che legittima nei fatti la precarietà e quindi l’ulteriore sfruttamento all’interno dei call center out-bound.

L’azienda, nelle vesti del suo legale rappresentante Paolo Saibeni, ha aperto l’incontro invitando i rappresentanti delle organizzazioni sindacali non firmatarie dell’accordo (quindi nei fatti della nostra) ad accomodarsi fuori, e lasciare il tavolo.

La manovra ha naturalmente trovato forza nell’atteggiamento dei rappresentanti CISL e UIL, che hanno ribadito che la nostra presenza, nella persona del RSA U.S.I. Riccardo Delli Veneri, era sgradita se sgradita al signor Saibeni.

Nonostante la solidarietà espressa dalle RSA CGIL, Annarita Gentile e Paolo Pisaniello, e dell’assenza di obiezioni alla nostra presenza dello stesso Segretario provinciale della SLC-CGIL, Giseldo Rossi, il nostro rappresentante è stato costretto ad abbandonare il tavolo. Il tutto, nonostante la presentazione di una raccolta di firme di decine di lavoratori tra Meddix ed Anteo che sollevavano una questione di cattiva rappresentatività a quel tavolo, e chiedevano un’adeguata rappresentanza attraverso l’elezione di un Rappresentante Sindacale Unitario eletto da TUTTI i lavoratori, iscritti e non iscritti alle sigle sindacali presenti in azienda.

 

Riguardo i fatti riteniamo siano d’obbligo alcune nostre valutazioni.

 

L’atteggiamento del Sign. Saibeni dimostra una qualche riserva o timore nel trattare con chi non ha interessi particolari da difendere, se non quelli dei lavoratori, e ha dimostrato in ogni occasione di non indietreggiare di fronte a nessuno dei dispositivi di ricatto, terrore psicologico e induzione alla rassegnazione predisposti e messi in essere dai quadri come dai vertici aziendali.

 

Allo stesso modo, l’atteggiamento ossequioso nei confronti del Sign. Saibeni di CISL e UIL dimostra: da un lato il tentativo di arginare un’organizzazione come la nostra che, nonostante sulla carta non abbia molti iscritti, nei fatti ha molto seguito (soprattutto tra chi è ormai stanco di subire); dall’altro, che evidentemente queste sigle tendono certamente a difendere qualche interesse, anche se abbiamo più di una perplessità che si tratti di quello dei lavoratori, ed in particolar modo di quelli “a progetto” (che sono la stragrande maggioranza).

 

Dopo che più di 500 lavoratori sono stati sbeffeggiati in questi anni con paghe da fame e con la precarietà contrattuale;

Dopo il tentativo da parte dell’azienda, fortunatamente smascherato dai lavoratori, di far firmare a TUTTI una conciliazione utile ai vertici aziendali per tutelarsi da eventuali vertenze legali che evidentemente teme di perdere;

Dopo le menzogne diffuse sul conto di alcuni lavoratori particolarmente impegnati nella conquista di migliori condizioni di lavoro, e nell’affermazione di quei diritti (paradossalmente) già sanciti per

Legge;

Dopo le promesse fatte sulla riduzione delle ore di lavoro a parità di salario mai rispettate, di retribuzioni mensili di 614 € lordi circa indipendenti dalle ore lavorate mai ricevuti, addirittura del “rispetto”, alla “Saibeni maniera” di quel (ricordiamo, nefasto!) accordo nazionale del 1° Agosto;

Dopo aver allontanato un Rappresentante dei Lavoratori da un tavolo di trattativa avente come oggetto gli interessi dei lavoratori stessi;

 

LA MISURA E’ COLMA!

 

Ricordiamo che l’Unione Sindacale Italiana si batte e continuerà a battersi, dal basso, per la tutela dei diritti di TUTTI i lavoratori, che siano essi a progetto o a tempo indeterminato, senior o junior, iscritti o non alla nostra Organizzazione; per la loro emancipazione integrale, che sia essa economica, culturale o sociale in generale; per la solidarietà tra tutti gli sfruttati.

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