1950: L’USI RINASCE NEL DOPOGUERRA

1950: L’USI RINASCE NEL DOPOGUERRA ANCHE ATTRAVERSO LE OCCUPAZIONI DEGLI STABILIMENTI GENOVESI

L’opera di ricostruzione dell’USI (repressa dal fascismo e negli anni della clandestinità e dell’esilio) nel secondo dopoguerra si concretizza, dopo due anni di lavoro, confronto e collegamento, nel Convegno di Piombino (6-7 gennaio 1950) da cui nasce il Comitato di coordinamento per la ricostruzione dell’USI con sede a Bologna. Ma sono Genova e la toscana i centri pulsanti di questa riattivazione dell’Unione e non solo per la forte tradizione anarcosindacalista mai venuta meno ma anche perché, specie nel capoluogo ligure, avvengo importanti lotte in stabilimenti dove embrioni di sindacati aziendali USI sono ben presenti e attivi. Il 1950 è segnato a Genova da un’alta conflittualità che sfocia in alcune occupazioni di fabbriche dove si sperimentano vincenti forme di autogestione operaia (le prime del dopoguerra): ai cantieri Ansaldo di Sestri (73 giorni di occupazione ed autogestione) per fermare 4000 e più licenziamenti, alla San Giorgio (82 giorni) e all’Ilva (9 mesi tra il 1950 e il 1951). I lavoratori gestiscono le fabbriche senza padroni e si registrano risultati produttivi maggiori del passato. In quegli stabilimenti la nuova USI acquista un piccolo ma non trascurabile seguito che possiamo definire “di massa” che continuerà per diversi anni successivi tanto da allarmare comunisti e CGIL che non risparmieranno attacchi strumentali agli anarcosindacalisti.

https://www.youtube.com/watch?v=_i-srqsMoMY

(video fondazione Ansaldo: “Occupazione cantieri di Sestri Ponente – Autogestione Operaia”)
Gianfranco Careri per Archivio Nazionale USI

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