1 Maggio 2019 – Milano

L’UNIONE SINDACALE ITALIANA IN MANIFESTAZIONE IL PRIMO MAGGIO A MILANO

Quest’anno i compagni dell’USI di Milano si sono trovati in difficoltà nel decidere come muoversi nella giornata del Primo Maggio. Pur avendo proclamato lo sciopero generale in questa giornata, come negli ultimi anni, contro la precarietà del lavoro, per la riduzione dell’orario di lavoro e soprattutto contro l’abuso del lavoro festivo anche nella stessa giornata del Primo maggio, non c’era stata una proposta unificante di quell’area del sindacalismo conflittuale con cui negli ultimi tempi ci siamo confrontati.

Il SI Cobas si è presentato con una proposta di una propria manifestazione nazionale, da tenersi a Milano, con un percorso e dei contenuti ( contro la repressione, per la riduzione dell’orario di lavoro, l’internazionalismo e l’anticapitalismo) già definiti, anche se condivisibili, chiedendo l’adesione alle altre organizzazioni sindacali e di opposizione sociale. La CUB e SGB di fronte a questa proposta già confezionata decidevano di mobilitarsi per la mattinata, nella zona di Carugate dell’hinterland milanese, per protestare contro alcune aziende di supermercati in cui si lavorava nella giornata del Primo Maggio. Poi c’era un area di centri sociali con l’adesione di alcuni rider organizzati che in una zona di Milano decidevano di riattivare la May Day con iniziative mirate alla spettacolarità e alla musica.

Alla fine i compagni dell’USI milanese hanno scelto di partecipare al corteo con il SI Cobas che partendo dalla tradizionale piazza XXIV Maggio attraversava il centro della città per terminare a piazza Cairoli. Tanti i pulman arrivati da ogni parte d’Italia organizzati dal SI Cobas per portare i manifestanti, nella maggior parte lavoratori immigrati del settore della logistica. Il SI Cobas ha dichiarato una presenza di 10 mila manifestanti, sicuramente erano molte migliaia, perché le strade del percorso erano densamente piene per un lungo tratto. Nello striscione d’apertura del corteo si leggeva: “Proletari di tutto il Mondo Uniamoci! Abbiamo da perdere solo le nostre catene e un mondo nuovo da guadagnare senza sfruttamento, senza guerre, senza oppressione!” La manifestazione era particolarmente colorata, vivace e comunicativa, misto di rabbia e festa. Alcuni camion trasmettevano canzoni e musiche attraverso strumenti dal vivo, in cui si ascoltava dall’internazionale fino a musiche popolaresche.

Come USI ci siamo posizionati dietro lo striscione “Educatrici e Educatori del Varesotto” che riportava la scritta: “Diritti e Dignità per il Lavoro Educativo”. Il nostro compagno Andrea di Varese attraverso un megafono rivendicava i diritti di una categoria che spesso non vengono rispettati a cominciare dal contratto di riferimento. Dietro seguivano le bandiere rosso/nero dell’Unione Sindacale Italiana con l’aggiunta della sigla della nuova internazionale (CIT).

La presenza nostra in questa manifestazione ha voluto significare la necessità e l’urgenza di una risposta adeguata alla repressione che ci stanno scagliando addosso per impedire le nostre lotte rivendicative.

Ogni governo che si sussegue aumenta la dose della repressione per difendere gl’interessi padronali. Ma possiamo affermare con certezza che il governo in carica, giallo-verde ma soprattutto nero, ha fatto della repressione il suo segno di distinzione, con sempre più frequenti cariche della polizia ai picchetti e alle manifestazioni, con sgomberi di case occupate senza garantire il diritto all’abitare, con la galera per chi lotta con efficacia, con l’espulsione degli immigrati che rivendicano i loro diritti, con tranelli giudiziari per chi non abbassa la testa.

L’internazionalismo è nei nostri cuori da sempre, il nazionalismo è il nostro nemico di sempre, soprattutto il nemico di tutti i lavoratori e lavoratrici, è la causa principale delle guerre, è la rovina dell’umanità.

L’origine del Primo Maggio risale alla forte repressione che ci fu quando gli operai rivendicarono con la lotta la giornata di 8 ore e furono condannati 8 compagni anarchici perché alla guida di quella lotta: 5 all’impiccagione e 3 all’ergastolo. Questo avveniva circa 130 anni fa a Chicago negli Stati Uniti.

Molta acqua è passata sotto i ponti. Oggi siamo in un’epoca di grande sviluppo tecnologico inimmaginabile, ma tutta questa ricchezza finisce nelle tasche padronali, causando l’impoverimento dei lavoratori e lavoratrici, con disoccupazione, precarietà e bassi salari.

Questo è il momento storico di rivendicare uniti, accanto a salari e pensioni dignitosi, una forte riduzione dell’orario di lavoro (l’USI rivendica la settimana di 30 ore) per una distribuzione più equa delle ricchezze: lavorare meno per lavorare tutti.

Soprattutto è da rivendicare un altro mondo possibile, senza più padroni, nella pratica dell’autogestione, per una effettiva e reale giustizia sociale.

Il Primo Maggio è stata anche un’occasione per distribuire il nostro giornale “Lotta di Classe” che rivendica la nostra storia, i nostri punti programmatici e soprattutto le battaglie in cui siamo impegnati attualmente.

Enrico Moroni

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