Sanità: a proposito del cambio divisa

IL CAMBIO DIVISA E’ E VA CONSIDERATO ORARIO DI LAVORO!



Ci sono sentenze e provvedimenti emanati da vari tribunali in Italia che aprono una strada per l’affermazione di diritti elementari, come quello di vedersi retribuito per intero il tempo-lavoro, quindi anche quello necessario – a inizio turno – a spogliarsi per indossare la divisa e a fine turno a togliersela per mettersi gli abiti personali.

Quello che per noi è un dato certo è che fino ad oggi nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere i dipendenti del Comparto hanno letteralmente regalato alle Amministrazioni di appartenenza circa 30 minuti al giorno di lavoro necessari per il “cambio divisa” ed il “passaggio di consegne”. Tutto ciò va ad aggiungersi inoltre ad altre ore che sistematicamente vengono lavorate in regime di turnazione ordinaria anche se spesso si tratta di veri e propri straordinari non retribuiti e quasi mai recuperati, i cosiddetti rientri, fatti svolgere anche quando il dipendente è in bilancio orario positivo. Noi sosteniamo che il cambio divisa va considerato orario di lavoro a tutti gli effetti e sulla base di questo come USIS siamo pronti a impegnarci in tutte le iniziative finalizzate a far riconoscere integralmente il tempo divisa a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici che vogliano rivendicarlo, sia per gli anni già trascorsi che per quelli in corso e futuri.


Facciamo presente che la Giurisprudenza ha già avuto occasione di affermare se – ai fini di valutare che il tempo occorrente per indossare la divisa aziendale – debba essere retribuito o meno occorre far riferimento alla disciplina contrattuale. Il contratto integrativo del 20 settembre 2001 infatti dice che tutto il personale ha l’obbligo di indossare la divisa e che questa viene fornita dall’azienda che può anche prevedere l’uso di alloggi di servizio. Nel comparto sanitario è necessario infatti che la divisa, per ragioni di igiene, sia indossata sul posto di lavoro.


Per queste ragioni infatti numerosi precedenti giurisprudenziali hanno accolto molti ricorsi presentati dal personale operante nel comparto sanità. Inoltre non si può ignorare il non considerare orario di lavoro retribuito la sovrapposizione di turno o passaggio di consegne scritto e verbale, che permette uno scambio di informazioni aggiornate sui pazienti al fine di garantire un’adeguata continuità assistenziale.

Come segreteria nazionale USIS invitiamo tutti i lavoratori a contattare i nostri delegati per iniziare a portare avanti vertenze per la riaffermazione di un diritto negato.


Sindacato Autogestito USI – AIT Sanità
Usisanita.segreterianazionale@gmail.com

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